CORONAVIRUS
"Cittadini e imprese in difficoltà per la pandemia e lo Stato aumenta le imposte?"
La Lega dei Ticinesi interroga il Consiglio di Stato: "Il Governo è consapevole di colpire le persone maggiormente toccate dalla pandemia?"
TIPRESS

BELLINZONA – “C’è la pandemia, cittadini e imprese sono in difficoltà e lo Stato cosa fa? Aumenta le imposte!”. È il titolo di un’interrogazione che la Lega dei Ticinesi ha inoltrato oggi al Governo.

“Negli scorsi giorni – si legge nell’atto parlamentare – la Divisione delle contribuzioni del DFE ha fornito informazioni ai contribuenti relative alla compilazione della dichiarazione d’imposta 2020. In particolare, il Fisco ticinese intende ridurre alcune deduzioni fiscali concesse ai contribuenti a seguito della pandemia, che riguardano il riconoscimento delle spese di trasporto, le spese di doppia economia domestica e le altre spese professionali. Quali le motivazioni del fisco? A seguito della chiusura di molte attività commerciali e produttive e dell’introduzione del telelavoro in particolare durante la primavera, ma pure nella seconda parte del 2020, il fisco considera non pertinente concedere le deduzioni fiscali menzionate nella loro integralità. Per le “altre spese professionali” il forfait di 2’500 franchi verrebbe considerato come limite massimo”.

E ancora: “Le deduzioni delle spese di trasporto dal domicilio a luogo di lavoro effettuate con il veicolo privato e delle spese di doppia economia domestica, potrebbero essere fatte valere unicamente nel caso in cui la persone si è effettivamente recata sul posto di lavoro. Ne consegue che per le giornate in cui il lavoro è stato svolto da casa non sarebbe possibile né chiedere la deduzione delle spese di trasporto né quella relativa ai pasti. I cittadini contribuenti dovranno inoltre procedere al conteggio dei giorni lavorativi in cui si sono recati alla sede del loro lavoro, senza i giorni trascorsi presso la propria abitazione. La deduzione delle “altre spese professionali” da parte sua sarebbe ammessa in forma forfettaria nella misura di 2’500 franchi complessivi all’anno. Siamo ancora nel pieno di una pandemia che ha pesanti conseguenze economiche per l’economia e la popolazione probabilmente per i prossimi anni. Il rischio di perdere attività economiche e posti di lavoro è molto elevato, soprattutto perché gli aiuti della Confederazione e dei Cantoni non saranno infiniti”.

Per i leghisti, “la decisione della Divisione delle contribuzioni appare dunque infelice e inopportuna e dovrebbe essere riconsiderata. La riduzione di alcune deduzioni fiscali corrisponde di fatto a un aumento delle imposte. Inoltre, il telelavoro è stato fortemente raccomandato e successivamente imposto, non è una decisione libera dei datori di lavoro e dei lavoratori”.

Alla luce di quanto esposto, ecco le domande sottoposte al Governo:

1) In considerazione della difficile situazione economica per la popolazione e l’economia cantonale, è intenzione del Consiglio di Stato di rivedere la decisione della Divisione delle contribuzioni del DFE, rinunciando alla riduzione di alcune deduzioni fiscali, che di fatto comporta un aumento delle imposte a carico delle cittadine e dei cittadini?

2) Dato che il telelavoro è stato imposto pure nel 2021, è intenzione della Divisione delle contribuzioni del DFE di ridurre le deduzioni fiscali anche nella dichiarazione d’imposta 2021?

3) Sono previste ulteriori riduzioni delle deduzioni fiscali, che di fatto comporterebbero un aumento delle imposte a carico dei cittadini contribuenti?

4) La Divisione delle contribuzioni del DFE comunica alle cittadine e ai cittadini contribuenti che nell’eventuale richiesta delle deduzioni considerate, è necessario “procedere al conteggio dei giorni lavorativi in cui ci si è recati alla sede di lavoro, senza includere i giorni trascorsi lavorando presso la propria abitazione”:

- Si tratta nei fatti di un’autocertificazione?

- E’ intenzione del Cantone non considerare sistematicamente le deduzioni fiscali per il periodo nel quale è stato effettuato un lockdown, in particolare fra la metà di marzo 2020 e l’inizio del mese di maggio?

- Sono state date istruzioni alle tassatrici e ai tassatori affinché le deduzioni fiscali non siano prese in considerazione, in particolare, ma non solo, nel periodo indicato in precedenza?

- Il Consiglio di Stato è consapevole che il Cantone rischia di esporsi a migliaia di contenziosi con i contribuenti, che provocherebbero una mole di lavoro di accertamento probabilmente eccessiva?

- A fronte del probabile maggior carico di lavoro, che importo si attende di incassare maggiormente il Cantone riducendo le deduzioni fiscali?

5) Il Consiglio di Stato è consapevole che la riduzione delle deduzioni fiscali e dunque l’aumento delle imposte, colpisce prima di tutto i contribuenti del ceto medio e i redditi inferiori, cioè quelle persone maggiormente colpite dalle conseguenze economiche della pandemia?

6) Il Consiglio di Stato è consapevole che la riduzione delle deduzioni fiscali e dunque l’aumento delle imposte, colpisce anche numerosi artigiani, commercianti, esercizi pubblici, ecc. cioè tutte quelle categorie in gravi difficoltà, anche a seguito di chiusure di attività ordinate dall’Autorità federale e cantonale?

7) Sulla base delle considerazioni esposte, è intenzione del Consiglio di Stato rinunciare, in questo difficile momento economico per la popolazione e l’economia cantonale, all’aumento delle imposte a carico delle persone fisiche nella dichiarazione d’imposta 2020 e nelle dichiarazioni fiscali successive?

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