Partendo dalla toccante missiva della madre di un giovane uomo affetto da tetraparesi spastica e altri disturbi un gruppo di deputati socialisti interrogano il Consiglio di Stato
BELLINZONA - Una lettera che è un tuffo al cuore. "Sono il famigliare curante di Giona, un giovane uomo di 36 anni affetto da tetraparesi spastica con grave disabilità e con spesso problematiche polmonari e neurologiche associate. Le scrivo questa mia da mamma che da quasi un anno si barcamena, un po' come tutti, in questa difficile situazione dettata dal virus", a scrivere, come si comprende, è una mamma.
Una mamma in difficoltà, che da un anno vive con mascherine portate anche all'interno, tampone e nessun tipo di socializzazione per Giona. Quando ci sarà un miglioramento? "Oggi ho sentito alcuni medici direttamente interessati, alcuni operatori sociosanitari e altri genitori facenti parte del nostro gruppo genitori dell'Istituto Provvida Madre che frequenta da 32 anni, non riusciamo a capire come mai i nostri figli non rientrano tra le prime persone ad essere
vaccinate. Ci sentiamo un po' gli ultimi degli ultimi. Sembra non arrivino delle direttive chiare per gli istituti, tanto che si fa un po' di fatica nell'organizzarsi. Penso ora sia giunto il momento di prendere in mano la situazione e iniziare con le vaccinazioni. Forse non si capisce bene cosa vuol dire far rimanere in camera in isolamento una persona che non riesce ad esprimersi verbalmente? Forse non si riesce a farvi capire cosa significhi per i nostri figli non poterci comunicare le loro angosce che spesso dobbiamo sedare con dei medicamenti? e quando devono rimanere lontani per dei mesi dalla famiglia senza vederci, senza poter esprimere le loro ansie e i loro dolori che spesso si tramutano in aggressività̀ o autolesionismo?".
Una missiva straziante, riportata in un'interrogazione firmata dai socialisti Henrik Bang (primo firmatario), Anna Biscossa, Simona Buri, Nicola Corti, Fabrizio Garbani Nerini, Gina La Mantia, Carlo Lepori, Daria Lepori, Daniel Pugno Ghirlanda, Laura Riget, Fabrizio Sirica. Il tema è appunto la vaccinazione per le persone disabili.
I deputati contestano come "nell’applicazione cantonale questa categoria prioritaria (le persone affette da malattie croniche ad altissimo rischio, indipendentemente dall’età) sembra essere stata completamente dimenticata e assimilata alla categoria generale “persone con meno di 74
anni con malattie croniche”, senza suddividere - come invece si sembra suggerire sul sito dell’UFSP - le persone a rischio in due categorie distinte, in modo da dare priorità assoluta a coloro ad “altissimo rischio”.
"A tal proposito constatiamo sbigottiti come decine di persone con disabilità ad altissimo rischio che vivono in case o reparti medicalizzati Lispi del Ticino, non solo non hanno ancora potuto beneficiare della vaccinazione, ma nemmeno sanno se e quando potranno entrare a far parte di una lista di priorità", continuano. "Sono i grandi dimenticati di questa strategia vaccinale. Assimilati alle persone che scontano delle pene in carcere, in ultima posizione di priorità prima della popolazione sana".
I granconsiglieri ricordano i vari appelli lanciati da chi si occupa di loro, dal direttore dell’OTAF, a quello di Pro Infirmis sino all’associazione di famigliari atgabbes, mentre "abbiamo inoltre appreso dai media, che ben 60 dosi di vaccino sono state impropriamente somministrate a persone non prioritarie ed esterne alle Case anziani, oltre al fatto che altre 500 dosi in esubero sono state somministrate a persone fragili pure esterne".
"1. Quali sono state le considerazioni che hanno portato a non inserire con priorità assoluta in Ticino la categoria “persone affette da malattie croniche ad altissimo rischio esterne indipendentemente dall’età”?
2. Perché non si sono considerate le “case medicalizzate” e i “reparti medicalizzati” Lispi - sottoposte alla Legge sanitaria e a vigilanza dell’Ufficio del medico cantonale - come “Pflegeheimen”, assimilabili quindi alle case per anziani nella strategia nazionale?
3. È possibile procedere immediatamente alla vaccinazione del centinaio di ospiti con malattie croniche ad altissimo rischio ospitate in questi reparti?
4. Conferma che in generale le persone con malattie croniche, a prescindere dall’età, saranno le prossime persone 80 anni) a poter accedere alla vaccinazione, non appena le forniture di vaccini lo permetteranno?
5. Come e quando si intende procedere con la vaccinazione delle persone disabili che vivono “segregati” nelle strutture residenziali e di coloro a domicilio che sono privati di buona parte dell’offerta ambulatoriale?
6. Il Consiglio di Stato non ritiene opportuno, se non dovesse ritenere di avere i margini di manovra per agire differentemente, di sollevare presso le autorità federali, come più volte fatto in questa pandemia, un’accorata richiesta di riconsiderare la priorità di vaccinazione delle persone con disabilità?
7. Come giudica il Consiglio di Stato queste somministrazioni “privilegiate” a categorie non previste nelle Case per anziani?
8. Quali misure di controllo sono in vigore e quali nuove misure sono previste per evitare somministrazioni non previste?".