Berna ha chiesto test periodici nelle scuole, il Consigliere di Stato ribadisce la bontà della tecnica usata lo scorso anno, quando si testava nei casi in cui pareva esserci un focolaio. "Vogliamo che sia tutto il più normale possibile nelle scuole"
BELLINZONA - Berna ieri ha chiesto ai Cantoni di prendere misure per tutelare giovani, bambini e categorie a rischio. Una delle proposte era quella di test periodici nelle scuole: ma al Ticino l'idea non piace.
Manuele Bertoli infatti dalle pagine del Corriere del Ticino si è mostrato scettico, rimarcando come le scuole siano di competenza cantonale: "I nuovi dati non mutano la situazione già analizzata qualche settimana fa dai direttori cantonali della pubblica educazione, piuttosto scettici sui test a tappeto sui ragazzi. L’invito generico a effettuare test ripetuti nelle scuole non considera, infatti, la fattibilità, la sostenibilità e soprattutto l’efficacia di questa misura, nel complesso e per le persone direttamente coinvolte". Il Cantone è comunque pronto se dovesse esserci il bisogno, ma vuole riprendere la scuola in modo "più normale possibile, limitando restrizioni e misure particolari al minimo necessario".
Lo scorso anno si sono effettuati test specifici dove c'era l'ipotesi di un focolaio, una metolodogia che per Bertoli è stata efficace.
Il suo invito agli adulti è di non caricare di pressione i giovanissimi, ma di vaccinarsi loro stessi. Lo stesso invito lo rivolge agli insegnanti: a suo avviso, il vaccino è un dovere civico.