Il presidente: "Siamo l'unico partito federale ad opporsi all'accordo quadro con l'UE che significherebbe un ulteriore passo verso l'entrata nell'UE"
AMBRÌ - "Restiamo svizzeri" è lo slogan elettorale dell'UDC Ticino per le prossime elezioni federali. Alla festa per il Natale della Patria che si è svolta all'azienda agricola Bossi ad Ambrì-Piotta, si legge in una nota stampa, “gli esponenti del partito hanno ammonito che senza una forte UDC a Berna, la Svizzera perderà inevitabilmente la sua autonomia, la sua democrazia diretta e i suoi valori e diventerà preda di interessi di lobby economiche pilotate dall'estero: NO al miliardo di coesione, NO alla libera circolazione, NO all'accordo quadro con l'UE”.
Per la prima volta, l'UDC Ticino si presenta alle elezioni federali con quattro liste. Ospite d'onore ad Ambrì-Piotta era Oskar Freiysinger, ex consigliere di Stato vallesano.
Con grande perplessità, prosegue la nota dell’UDC, “i presenti hanno preso atto della decisione di PLR e PPD di congiungere le liste per le elezioni federali, visto che un anno fa i due partiti chiamavano il concetto di congiunzione di liste un imbroglio antidemocratico".
Il presidente dell'UDC Ticino Piero Marchesi ha sottolineato l'importanza di una forte presenza UDC a Berna. "È l'unico partito federale ad opporsi all'accordo quadro con l'UE che significherebbe un ulteriore passo verso l'entrata nell'UE con l'obbligo di adottare il diritto europeo e la perdita della democrazia diretta", ha detto.
Marchesi ha inoltre spiegato la nuova strategia elettorale dell'UDC, con quattro liste per il Consiglio nazionale: la lista principale (congiunta con la Lega), la lista dei giovani UDC, una lista allestita con candidati dell'UDF e una con gli Agrari. "Ci siamo riavvicinati al mondo agricolo che costituisce la nostra origine partitica, e questa lista ne è una bella e pratica dimostrazione", ha spiegato Marchesi.
"No alla libera circolazione e sì al partenariato sociale", così Marco Chiesa, consigliere nazionale UDC uscente e candidato al Nazionale e al Consiglio agli Stati che dopo la notizia della congiunzione di lista dei due partiti di centro ha cambiato discorso, mettendo in guardia l'elettorato: "Oggi, il Ticino è muto. Abbiamo detto sì a Prima i Nostri, e fanno il contrario. Abbiamo detto no alla libera circolazione, e fanno il contrario. I due candidati della nuova lista congiunta faranno sicuramente il contrario di quello che il popolo ticinese ha deciso".
Il presidente Giovani UDC, Daniel Grumelli, ha sottolineato la volontà storica della Svizzera di cercare stabilità sociale e politica grazie all'autodeterminazione. Malgrado il nostro paese sia all’avanguardia su molti fronti, le statistiche non dicono che sempre più persone si trovano in assistenza.
“Il cittadino residente costa ormai troppo per tutte quelle aziende guidate da liberali e stranieri che preferiscono fare cassetta piuttosto che garantire una rendita sostenibile per i propri dipendenti - ha detto -. L’UDC è l'unico partito a volere una Svizzera forte e sicura, stabile e forte, un'immigrazione controllata e la garanzia di avere un lavoro e uno stipendio dignitosi".
Oskar Freysinger - esprimendosi in italiano - ha esortato gli svizzeri ad essere di nuovo fieri del loro paese, come ogni altra nazione lo è, invece di scusarsi per “non partecipare ad un mondo diventato assurdo”. La Svizzera infatti, nei secoli è riuscita a costruire un collettivo funzionante, un sistema di democrazia diretta che si contraddistingue degli altri perché riesce a correggere le insufficienze umane dei singoli politici al potere. Per salvaguardare questo sistema unico e solido ci vogliono due condizioni: “La prima è di poter decidere noi stessi, la seconda, di avere la forza per farlo”.
Decidere liberamente significa assumersi delle responsabilità. Prendere delle responsabilità “in un mondo divenuto irresponsabile, significa mettere il piede su un terreno scivoloso dove il buon senso si è già rotto l’osso del collo da lungo tempo”, ha concluso Freysinger.
Edo Pellegrini, candidato UDF-UDC ha avvertito l'elettorato ticinese che i candidati che hanno tradito la loro battaglia contro la congiunzione delle liste faranno altrettanto con il proprio paese, tradendolo e tradendo i suoi cittadini.
Cleto Ferrari, candidato Agrari-UDC, ha ricordato il ruolo fondamentale delle contadine e dei contadini svizzeri che da generazioni curano il territorio e creano prodotti di qualità: "Oggi non si ha più fiducia nei nostri agricoltori, e la sfiducia crea Stato: per ciascuno di noi ci sono cinque che ci controllano. Il Ticino è diventato troppo caro e la gente ha meno potere d'acquisto, dunque importiamo dall'estero".