Il deputato UDC presenta una mozione: "In molte Regioni italiane di confine è obbligatorio un permesso rilasciato dalle Autorità preposte..."
di Piero Marchesi*
Ogni anno il periodo estivo riaccende la discussione sul tema raccolta funghi. La passione colpisce i ticinesi e anche molti cittadini residenti all’estero che si recano in Ticino perché trovano una regione con boschi e montagne bellissime, che generalmente permettono una buona raccolta. In questi periodi la frequentazione della montagna e dei vari boschi è molto alta e non sempre il rispetto della natura è una conseguenza naturale. Le regioni periferiche, con le loro strutture di accoglienza del turismo (ristoranti, bar e alberghi) ben poco beneficiano di questo andirivieni di persone e mezzi, la frustrazione è facilmente riscontrabile discutendo con le persone e gli attori economici locali.
Molti cittadini residenti nella vicina Italia giungono alle prime ore dell’alba sulle montagne e nei boschi ticinesi, raccolgono quantità importanti di funghi e ritornano al proprio domicilio senza neppure consumare un caffè in un esercizio pubblico. Nessuno li obbliga a farlo, certamente, ma neppure il Ticino a permettere loro la raccolta gratuita. In molte Regioni italiane di confine è obbligatorio un permesso rilasciato dalle Autorità preposte.
Se paragonato al vicino Cantone dei Grigioni, in Ticino i controlli per i fungiatt sono apparentemente poco presenti, questa è una mancanza dello Stato che ha invece il compito di prevenire e sanzionare gli abusi.
Istoriato
In data 29 settembre 2014 a nome del gruppo UDC, l’allora Deputato Marco Chiesa inoltrava una mozione da cui la presente riprende il titolo. L’obiettivo era quello di regolamentare meglio la raccolta funghi con l’introduzione di una tassa per i “fungiatt” residenti su suolo straniero, assoggettandoli con una tassa a loro destinata escludendo i residenti.
Il 13 ottobre 2015 il Consiglio di Stato licenziava il Messaggio 7131 proponente una modifica della legge sulla raccolta dei funghi (LFu), riprendendo in parte gli intenti della mozione Chiesa.
In questo messaggio, al punto “4. I Nuovi stumenti” il Consiglio di Stato scriveva:
“L’ipotesi di una tassa per la ricerca di funghi d’importo più elevato, a carico dei soli non domiciliati – avanzata ad esempio anche dalla mozione 22 settembre 2014 di Marco Chiesa –, non può invece essere presa in considerazione, perché manifestamente lesiva dei principi di proporzionalità (cfr. art. 36 cpv. 3 Cost.) e della parità di trattamento (art. 8 Cost.). L’esenzione dei domiciliati dalla tassa di cancelleria può per contro ancora essere giustificata, in ragione della sua modicità e del fatto che copre oneri amministrativi contenuti, in ogni caso finanziati dai domiciliati mediante le imposte correnti.”
Si può dunque affermare che una tassa per la raccolta funghi per i residenti all’estero sia applicabile, come lo sia pure l’esenzione per i residenti in Ticino in quanto contribuenti.
Il messaggio 7131 veniva poi ritirato dal Consiglio di Stato il 29 maggio 2017 lasciando la problematica irrisolta.
Per questo motivo si chiede al Lodevole Consiglio di Stato di voler:
Prevedere l’introduzione di una tassa per la raccolta dei funghi da applicare unicamente ai raccoglitori di funghi provenienti dall’estero mediante modifica della legge attuale (LFu);
L’autorizzazione alla raccolta funghi dovrà avere una validità limitata (massimo 5 giorni), ma rinnovabile;
Idealmente l’autorizzazione alla raccolta potrà essere rilasciata dai Comuni;
La tassa dovrà coprire i costi di cancelleria dei Comuni e finanziare un budget cantonale annuale a beneficio del bosco (pulizia e riqualifica dei boschi);
Le Autorità cantonali preposte controllano adeguatamente il rispetto della nuova legge.
*Gran Consigliere UDC