Il candidato al Nazionale: "Se fosse così facile creare ricchezza e benessere dal nulla, non esisterebbero più problemi economici per nessun cittadino, né Paesi in difficoltà"
di Michele Moor *
Partendo dalla costatazione che stiamo assistendo a un rallentamento dell’economia in tutto il mondo e che molti osservatori ed economisti parlano apertamente di recessione del settore industriale nel suo complesso, sia in Europa che negli Stati Uniti, Alfonso Tuor ha proposto la distribuzione, a pioggia, degli utili (o comunque di una parte di essi), della Banca Nazionale Svizzera.
È vero che non si tratta solo di farina del sacco di un esperto giornalista economico quale Tuor è, e che una proposta del genere è stata rispolverata addirittura nel corso del convegno delle banche centrali che si è tenuto lo scorso fine agosto a Jackson Hole, nello Stato americano del Wyoming, ma ne sono stato comunque sorpreso negativamente. Anche se esposta dall’ex numero uno della Banca Nazionale Svizzera svizzera, Philipp Hildebrand e, prima di lui, evocata pure da Ben Bernanke, già presidente del Comitato dei governatori della Federal Reserve americana, in occasione della crisi del 2008, la trovo una pessima idea.
Pensare all'“Helicopter money”, ovvero a quella proposta di politica monetaria non convenzionale suggerita da alcuni economisti come alternativa all'allentamento quantitativo, quando l'economia si trova in difficoltà, giusto per permettere alla gente di riprendere a consumare, è troppo semplicistica per poter funzionare. Perché se fosse così facile creare ricchezza e benessere dal nulla, non esisterebbero più problemi economici per nessun cittadino, né Paesi in difficoltà.
Certo, le banche centrali possono e, secondo me, devono finanziare l’economia. Per questo motivo sono favorevole alla redistribuzione di quelli che, in effetti, sono gli utili inutilizzati e di incredibili proporzioni della BNS, ma non con queste modalità. Distribuiti in modo indiretto, potrebbero invece dare una notevole ed effettiva boccata d’ossigeno sia all’economia nel suo complesso, sia alle singole famiglie se, con il giusto equilibrio, venissero dirottati per la costituzione di un fondo sovrano in grado di creare di posti di lavoro, ad esempio realizzando le infrastrutture di cui il Paese ha sempre più bisogno.
Distribuire invece ai singoli cittadini del denaro a pioggia, sarebbe una sorta di panacea, peraltro di breve termine, perché esaurita la somma elargita, saremmo punto e a capo. Non si tratterebbe, infatti, di un vero e proprio incentivo in grado di far ripartire l’economia, ma solo di una sorta di beneficienza incapace di stimolare un reale cambiamento, e responsabile unicamente di un’effimera e temporanea ripresa dei consumi. Inoltre, non va dimenticato che la Banca Nazionale Svizzera ha un mandato costituzionale ben preciso da rispettare, ovvero la stabilità del franco svizzero, così come non possiamo dimenticare che la redistribuzione degli utili tra Confederazione e cantoni è già una realtà consolidata. Contrariamente all’”Helicopter money”, che rimane solo una teoria economica lontana anni luce dalla possibilità di essere concretizzata nella cornice di un’economia sana.
* candidato PPD al Consiglio Nazionale