Il Consigliere Nazionale UDC interpella il Consiglio Federale: "A quanto corrisponde il costo che ogni immigrato causa sulla società?"
di Piero Marchesi*
In 20 anni circa, cioè da quando è entrata in vigore l'Accordo bilaterale sulla libera circolazione (ALC), sono immigrate in Svizzera 1,5 milioni di persone. Una quantità enorme, se paragonata alla moderata popolazione residente e soprattutto, se relazionata con la morfologia del nostro paese. Gli effetti negativi di tanta immigrazione sono sotto gli occhi di tutti: territorio molto sfruttato, traffico perennemente congestionato, affollamento dei mezzi pubblici, carenza di alloggi, diminuzione in percentuale della nostra produzione agricola e aumento generale dei prezzi. Ma anche, a causa della manodopera frontaliera non più regolamentata, pressione sui salari e difficoltà per i nostri giovani nel trovare degli impieghi ben remunerati, in particolare in Ticino, Cantone che più di altri soffre gli effetti negativi dell'immigrazione. Oltre a ciò, malgrado l'eliminazione dei criteri per regolare l'immigrazione, l'economia ha avuto la possibilità di assumere personale straniero in abbondanza e la carenza di manodopera qualificata è tutt'ora irrisolta.
Una domanda sorge pertanto spontanea: è il cane che si morde la coda? Ovvero, l'immigrazione di massa che abbiamo vissuto in questi anni, non ha portato a un generale miglioramento delle condizioni. Il PIL procapite che non aumenta ne è la dimostrazione. Si può dunque affermare che l'immigrazione di massa provoca più problemi che benefici, genera maggiori bisogni e non risolve la mancanza di personale qualificato. Un'immigrazione di qualità, cioè quella che davvero necessita al paese, risolverebbe la cronica mancanza di personale qualificato e permetterebbe di registrare un saldo migratorio con numeri molto più moderati, riducendo di conseguenza la necessità di nuove strutture, beni e servizi.
Le domande al Consiglio Federale
1. Può confermare che l'immigrazione di massa, senza criteri qualitativi, contribuisce a generare bisogni di nuove infrastrutture, beni e servizi?
2. A quanto corrisponde il costo che ogni immigrato causa sulla società (la quota parte generata dall'aumento dei bisogni di nuove infrastrutture, beni e servizi)?
3. Un'immigrazione di qualità, cioè quella che permetterebbe di beneficiare solo di profili qualificati che mancano all'economia, senza la massa che concorre a creare nuovi bisogni, potrebbe contribuire a risolvere più velocemente la carenza di manodopera altamente specializzata?
*Consigliere Nazionale UDC