Le riflessioni erano contenute in un documento di lavoro del 2005. Critiche che rimangono attuali dice l'ex candidato al Municipio. E la candidatura Pesenti incarna quella linea
di Italo Carrasco
LUGANO - Era matematico: il ritiro della candidatura di Nenad Stojanovic dalla lista per il Municipio di Lugano ha scatenato le polemiche. Il primo ad esserne consapevole è il diretto interessato che raggiungiamo al telefono di buon mattino. Oggi, dopo una giornata (quella di lunedì) in cui i giornalisti hanno cercato di strappare in tutti i modi al vice presidente del PS cantonale qualche considerazione in più sulle ragioni del suo clamoroso ritiro, Nenad Stojanovic non se la sente di buttarla in polemica. Cerchiamo di capire però le ragioni vere, al di la di quelle sul metodo (pure importanti) che riguardano le primarie e il consenso tenuto per il momento tacito dalla presidenza della sezione di Lugano del PS a Patrizia Pesenti.
Perché tra le motivazioni, nello stringato comunicato pubblicato sul suo sito, Stojanovic ha parlato di "posizionamento e il profilo politico del PS nel contesto luganese". Insomma c'è evidentemente qualcosa di irrisolto che cova da parecchio. Come detto Stojanovic non se la sente di parlare, però ci suggerisce di rileggere un articolo pubblicato il 25 aprile 2008 sul settimanale Area a firma dell'allora direttore Gianfranco Helbling.
Quel documento di lavoro del 2005
Un articolo che cercava di individuare i motivi di una sconfitta, i perché di un risultato che portarono il PS dal essere il secondo partito di Lugano al quarto, con la perdita di un seggio in municipio. Nell'editoriale Helbling attinge alle analisi del politologo e consigliere comunale Stojanovic. Analisi contenute in un documento di lavoro interno. Quelle riflessioni, ci dice oggi Nenad Stojanovic, per quanto lo riguardano sono ancora valide e anzi "il documento di lavoro è del 2005, quindi in tempi non sospetti" ci dice il vice presidente del PS cantonale.
Ma quali sono le considerazioni di Stojanovic? In estrema sintesi si tratta di una critica da sinistra alla linea della sezione luganese del partito. "L'analisi parte proprio dalla constatazione che in nessun'altra grande città svizzera i partiti di destra tradizionale e conservatrice (Plr e Ppd) e di quella nazional-populista (Lega e Udc) sono così forti. Ma, sorprendentemente, il Ps luganese non si smarca, almeno nelle istituzioni, da questa ingombrante maggioranza, anzi - rileva Stojanovic - nel primo anno della scorsa legislatura (2004-2008 ndr) ad esempio quasi tutte le votazioni sui messaggi municipali si sono concluse con un voto unanime o quasi, quindi sempre con il pieno sostegno anche del gruppo socialista".
"Il PS di Lugano? Fa una politica di centro-destra"
Non solo, "con il suo voto il Ps non si è mai contraddistinto in modo dichiarato e compatto rispetto agli altri partiti (…) anche se qualche volta gli interventi critici orali non sono mancati. In diverse occasioni sarebbe stato possibile ed auspicabile assumere una posizione diversa rispetto alla maggioranza di destra, proporre emendamenti e sostenerli in modo compatto" sostiene Stojanovic nel documento.
La conclusione - rilevava Stojanovic è che "se dovessimo posizionare il Ps sull'asse destra-sinistra solo sulla base delle votazioni in Consiglio comunale non potremmo che inserirlo nel segmento che va dal centro al Ppd, quindi nel centro-destra". Stessa cosa per il Municipio nel quale raramente l'esponente socialista si è smarcato dalla maggioranza di centro-destra.
Recuperare a sinistra
Che fare quindi per recuperare i terreno perso nel 2008? Per Nenad Stojanovic i socialisti luganesi avrebbero dovuto cercare di imporre l'agenda politica, oggi dettata dall'egemonia di PLR e Lega, posizionandosi in un'area liberal-socialista e puntare su temi ambientali, a una Lugano aperta nei confronti dell'Europa, degli stranieri e delle minoranze e battere il chiodo sui conflitti di interesse della politica luganese. Il tutto con occhio attento ai quartieri della periferia dove gli elettori hanno voltato le spalle alla sinistra e, non da ultimo a un ricambio generazionale nella sezione.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso e la candidatura Pesenti
Ritornando a oggi e alla polemica innescata dalla rinuncia di Stojanovic, c'è quindi un problema di fondo che viene sollevato: il PS di Lugano ha rinunciato a profilarsi a sinistra come alternativa allo strapotere della destra. E la scelta di proporre quale candidata di punta della lista Patrizia Pesenti dimostrerebbe che "il posizionamento politico e strategico del PS nel contesto luganese" non è cambiato. Non è quindi una critica frontale alla candidata Pesenti, ma piuttosto alla politica che incarna l'ex consigliera di Stato. Non è un mistero che il discorso dopo l'investitura della ex ministra è piaciuto molto a Giorgio Giudici, un po' meno a una parte della base socialista. Il problema, ci fa capire oggi Stojanovic, è che troppo spesso chi si lamenta all'interno delle assise socialiste lo fa sottovoce.
Abbiamo cercato quindi di capire perché allora ritirarsi rinunciando a misurarsi nel dibattito politico. Perché reagire ora quando le cose erano già note? Stojanovic non risponde direttamente, ma ci fa capire che quello che è accaduto lo scorso 7 dicembre (lui non era presente all'assemblea), per come sono state condotte le "primarie" e le votazioni per comporre la lista Ps al Municipio, è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E dentro al vaso c'è un problema vecchio di almeno quattro anni.