L’imprenditrice torinese “sbugiardata” in pubblico la sera dell’annuncio del matrimonio con il banchiere Massimo Segre: “Sono in vacanza e dormo tranquilla. Mi spiace più per lui che per me”
TORINO - Si è ripresa, dopo lo shock iniziale, Cristina Seymandi, l’imprenditrice e collaboratrice della pentastellata ex prima cittadina torinese Chiara Appendino, lasciata nei giorni scorsi dal banchiere Massimo Segre durante la festa organizzata per annunciare le nozze tra i due (LEGGI QUI). Inizialmente, ammette lei, è stata una doccia ghiacciata: “Pensavo fosse impazzito, e le sere successive non ho dormito”, ma adesso comincia ad elaborare l’accaduto e a viverlo con distacco. “È stata una pagliacciata - ha commentato in un’intervista a La Stampa - Ci vuole ben altro per piegarmi, la figuraccia l’ha fatta lui in primis, che è un personaggio di rilievo”, aggiungendo che quando quella sera se n’è andato da casa sua, ha dovuto farlo accompagnato da quattro body guard, segnale che aveva orchestrato tutto. In particolare il video del discorso, in cui Segre le dice “Ti dono la libertà di amare, vai pure a Mykonos con il tuo avvocato”, registrato, diffuso e guardato da un numero rilevante di persone, a suo dire sarebbe stato orchestrato ad arte. La vicenda infatti ha fatto molto discutere all’ombra della Mole ma anche fuori Torino, lasciando basite migliaia di persone.
Seymandi descrive l’ex compagno come un uomo vendicativo, ma non esclude che possa essere stato manipolato: “Io traditrice? Da che pulpito... Le persone che ha citato sono tutte fantasmi, dovrebbe pensare a sé stesso anzitutto”. E aggiunge: “La verità verrà fuori. E mi dispiace anche per tutte le persone che sono state coinvolte in questa vicenda che in realtà non c’entrano nulla”.
E a Mykons lei ci andrà, ma da sola. “Ora sono in vacanza, saremmo dovuti partire subito dopo la festa, avevamo le valigie già pronte… se andrò a Mykonos ci andrò da sola. Voglio riposarmi. Ma non pensatemi stracciata”. E al ritorno dalle vacanze ci sarà da pensare al futuro e ai progetti lavorativi che, inevitabilmente, contemplano la presenza di Massimo Segre. Sotto questo aspetto, ammette, “non posso chiudere per sempre con lui, resta in piedi il lavoro che non posso permettermi di perdere. Ma dopo quella sera non ci siamo più sentiti”.