Il fatto è accaduto nell’estate dell’anno scorso durante una giornata di tiro. Alla fine dell’esercitazione mancava una granata e...
ISONE - Secondo il quotidiano 20Minuten, un caposezione del corso granatieri avrebbe ordinato a una recluta di "picchiarne un'altra con un bastone da 30 chili". Stando alla testimonianza affidata al quotidiano, la recluta, svizzero tedesca come gli altri protagonisti, sostiene che "il graduato abbia scelto volutamente un bastone particolarmente grande per la punizione". Mentre la recluta che ha percosso il commilitone afferma di "non aver voluto disubbidire agli ordini del suo capo".
Abbiamo cercato di ricostruire che cosa è successo davvero a Isone, anche alla luce del caso, molto più grave, accaduto a Emmen. Ma se quest’ultimo può essere qualificato come un classico caso di “nonnismo”, nel caso di Isone, senza banalizzare l’accaduto, si tratta di un episodio nato da equivoci e semplice stupidità.
Il fatto è accaduto nell’estate dell’anno scorso durante una giornata di tiro. Alla fine dell’esercitazione mancava una granata e il caposezione ha chiesto alle reclute di verificare se l’avessero nella giberna o in qualche tasca, ma la bomba a mano non si trovava. Così il tenente ha ordinato alle reclute di setacciare il terreno sul quale si era svolto l’esercizio, ma dopo circa mezz’ora una recluta si è presentata all’ufficiale con la granata in mano dicendo che l’aveva dimenticata in tasca.
A quel punto il caposezione ha detto a un’altra recluta che a quel soldato bisognava dargli una botta in testa. La recluta ha preso un ramo (ma la versione dell’esercito è che non si trattasse di “un bastone da 30 chili” bensì di un ramo di circa 12 centimetri di diametro) e ha colpito in testa il suo compagno, che aveva comunque il casco, “con una forza esagerata”.
Il soldato è caduto a terra, ha detto di aver perso i sensi per qualche secondo, ma non ha subito gravi conseguenze ed è stato immediatamente visitato da un medico.
Il caposezione ha comunicato subito l’accaduto al Comando dei granatieri, che ha avviato un’inchiesta disciplinare. Gli interrogatori delle persone coinvolte e dei testimoni hanno portato a concludere che non vi sia stato “l’intento di ferire la recluta in modo malevolo”. In ogni caso, precisano i vertici dell’Esercito, azioni del genere non sono assolutamente tollerate e tollerabili.
Tuttavia, non avendo la recluta colpita riportato ferite, e accertato che non vi fosse stata un’intenzione malevola nei suoi confronti, il comandante ha deciso di gestire il caso nell’ambito di un’inchiesta disciplinare senza coinvolgere la giustizia militare. Il caso si è chiuso con una sanzione di 200 franchi alla recluta che ha inferto la bastonata e di 300 al caposezione che l’ha ordinata.
Inoltre, l’accaduto è stato discusso in modo aperto con la compagnia e chi doveva scusarsi si è scusato. In buona sostanza, l’ufficiale ha pronunciato una frase fuori luogo e il soldato l’ha interpretata a suo modo, esagerando.
In più il comandante ha parlato con i genitori della recluta percossa durante una giornata di porte aperte a Isone e ha spiegato loro il caso e le misure disciplinari adottate. Ribadendo che episodi del genere non vengono tollerati e non sono ammissibili. Il tenente non è stato espulso dall’esercito e attualmente è considerato un ottimo comandante di compagnia.