L' architetto parla del sogno-visione di Alessio Petralli e lancia un'idea: "Cambiare la legge sulla pianificazione del territorio ed eliminare la possibilità di inoltrare ricorsi quando si tratta di opere pubbliche"
LUGANO – “Lugano raddoppia”. Si chiama così il sogno-visione del linguista e direttore della Fondazione Möbius Lugano Alessio Petralli, presentato al Palacongressi in occasione del discorso ufficiale durante la cerimonia di Capodanno.
La proposta di Petralli consiste nel raddoppio del lungolago dalla foce del Cassarate fino al LAC e nella creazione di una vera e propria spiaggia. Insomma, “una sorta di nuova Croisette luganese, che bisognerebbe poi riempire di tanti bei contenuti". Il tutto per un costo attorno ai cento milioni di franchi.
Si tratta di un sogno possibile? Dopo aver consultato parecchi esperti, il direttore della Möbius afferma che “l’idea di una spiaggia dalla foce al LAC è impegnativa, ma si può fare”.
Non è dello stesso avviso il noto architetto luganese Attilio Panzeri, il quale comunque non disdegna l’idea. “La proposta di Petralli è interessante perché scatena una discussione sul tema urbanistico e paesaggistico della Città. Personalmente credo che la visione sia realizzabile seppure con grandi difficoltà costruttive”.
“Tuttavia – continua – non mi sembra una grande soluzione perché ci sarà sempre di mezzo la strada. E se si vuole riqualificare la riva bisogna assolutamente eliminare il traffico. Tutti i centri delle città del mondo, anche quelle più piccole, sono pedonali. Ben venga quindi una proposta di questo genere, ma a monte c’è un grosso problema politico. È la politica che dovrebbe arrivare con delle proposte e con delle soluzioni alternative”.
E ancora: “Il professor Petralli è un uomo di grande cultura e ha lanciato una soluzione per riqualificare Lugano. Il fatto che io non la condivida non significa che non sia un’idea valida. Semplicemente, la mia visione è diversa: ritengo che prioritariamente si debbano togliere le automobili dal lungolago. Tecnicamente è un’ipotesi fattibile, anche se costerebbe una fortuna. Ma non dobbiamo ragionare in termini di durata di un mandato di legislatura, ma in termini futuri così come si è fatto in passato con i trafori del Gottardo”.
Nella presentazione del sogno-visione 'Lugano-raddoppia' Petralli ha stimato i tempi di attuazione in cinque anni. “Teoricamente – conclude l’architetto – potrebbe essere anche fattibile, ma bisogna tenere conto che per fare una modifica al piano regolatore ci vogliono tempi biblici. Ritengo che bisognerebbe anche cambiare la legge sulla pianificazione del territorio ed eliminare la possibilità di inoltrare ricorsi quando si tratta di opere pubbliche. I ricorsi, infatti, sono quelli che paralizzano le costruzioni, sia pubbliche che private, per decenni...”.