CRONACA
Circonvallazione Agno-Bioggio, "basta tergiversare. È ora di agire"
Presa di posizione della Conferenza dei Sindaci del Malcantone: "Inaccettabile che, dopo 25 lunghi anni di discussioni, s’insinuino dei dubbi circa la Variante C"

AGNO/BIOGGIO – La Circonvallazione Agno-Bioggio, che avrà lo scopo di ridurre il traffico nella congestionata regione malcantonese, continua a fare discutere. La Conferenza dei Sindaci del Malcantone – tramite un comunicato – stigmatizza la presa di posizione di alcuni esperti, diffusa negli scorsi giorni a mezzo stampa, secondo la quale il tracciato deciso dal Dipartimento del territorio e condiviso da tutti i Comuni interessati, ovvero la Variante C, presenterebbe  “tali e tante criticità che non può essere data per scontata”.

Per la Conferenza dei Sindaci del Malcantone è "semplicemente inaccettabile il fatto che, ora che dopo 25 lunghi anni di discussioni si è giunti ad un progetto di massima condiviso, s’insinuino dei dubbi circa la Variante C. A scanso di equivoci, i Sindaci ribadiscono il loro sostegno alla Variante C presentata dal DT in data 27 febbraio 2019 e non hanno alcuna intenzione di entrare nuovamente in materia, nello specifico in merito al piano presentato ora da questo gruppo di esperti e che, di fatto, non è condiviso dal Comune di Agno. La Variante C, lo ripetiamo, condivisa da Cantone e Comuni, si caratterizza per tre principali aspetti: condivisione, razionalità e inserimento paesaggistico".

"Il lavoro di condivisione è partito proprio dal comparto centrale, il più discusso del precedente tracciato. In tal senso, il tracciato della Circonvallazione non costeggerà più l’autostrada A2 tra la rotonda di Molinazzo e l’incrocio della Piodella, bensì il fiume Vedeggio. Il percorso toccherà dunque solo marginalmente il Comune di Muzzano e non attraverserà la zona dei Mulini di Bioggio, un comparto pregiato, risultando maggiormente lineare e razionale in termini di utilizzo del suolo. Tra le novità più rilevanti del comparto centrale, vi è senza dubbio la realizzazione di un parco naturale di quasi due chilometri di lunghezza lungo il fiume Vedeggio, dove la nuova Circonvallazione sarà avvolta da una schermatura studiata appositamente per la vicinanza con l’aeroporto".

E ancora: "I principi di preservazione del territorio e minimizzazione dell’impatto paesaggistico hanno guidato la progettazione anche per il comparto di Agno. Una nuova galleria di circa duecentocinquanta metri verrà infatti costruita ad Agno in zona Vallone, a seguito della quale la strada proseguirà in sotterranea, diventando a tutti gli effetti quasi completamente invisibile, fino all’altezza dell’aeroporto e dunque per circa il 40% del tracciato totale. Oltre alla tutela della pregiata zona a lago del paese, tale soluzione permetterà di sottrarre il traffico motorizzato al nucleo, dove oggi transitano giornalmente circa ventisettemila veicoli. Quanto al comparto di Bioggio, il tracciato della Circonvallazione è stato rivisto ottimizzando gli accessi alla strada industriale e in coordinamento con la futura Rete tram-treno del Luganese: il risultato consentirà di preservare porzioni significative di territorio. Quanto al tracciato presentato dagli esperti, si ricorda che, in particolare per l’aggancio in zona Vallone, il Comune di Agno aveva chiesto di salvaguardare il più possibile la zona riva lago; è per questo motivo che il DT ha compiuto lo sforzo d’inserire una nuova galleria".

Pertanto, in special modo per il Comune di Agno, "la soluzione proposta ora non è certamente una buona soluzione. In conclusione, in riferimento al gruppo di esperti che si è espresso negli scorsi giorni attraverso i media, riteniamo preoccupante e triste per il Ticino che in particolare un tuttologo, forse a caccia di mandati, abbia la sua da proporre; si tratta del medesimo urbanista che faceva parte del gruppo che aveva scelto assieme ai Comuni la variante 2010, quella che faceva sì che si passasse due volte sul Vedeggio.".

Più in generale, la Conferenza dei Sindaci sta parlando di "persone non elette in nessun consesso, che tuttavia si esprimono come se lo fossero. Ci chiediamo, infine, perché in Ticino le grandi opere facciano fatica a vedere la luce: nemmeno quando dopo decenni si presenta una variante che piace, condivisa, sostenuta dai Comuni toccati dall’opera, questi esperti sanno tacere. Allora il sospetto sorge spontaneo: noi siamo certi di fare l’interesse dello Stato, dell’ente pubblico e dei cittadini; loro? Basta polemiche, è ora di agire".

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