CRONACA
Autobus in fiamme, l'attentato era premeditato. Il racconto del ragazzino-eroe: "Ci ha legati e sequestrato i telefoni. Diceva che era colpa di Salvini e Di Maio"
Il folle gesto di Ousseynou Sy era "studiato nei dettagli da almeno tre giorni". I pm: "Voleva lanciare l'autobus in fiamme contro il terminal"

MILANO – "Andiamo a Linate, oggi da qui non esce vivo nessuno. Fermerò le morti nel Mediterraneo". Sono le parole usate da Ousseynou Sy, il senegalese autista dello scuolabus che ieri ha incendiato con il chiaro obiettivo di "fare una strage". Fortunatamente, i 51 ragazzini della scuola media Vailati di Crema a bordo hanno riportato solo un grosso spavento, ma grosso davvero.

Nella giornata di ieri, sul web hanno cominciato a circolare i primi video della fuga dei ragazzini. Alcuni di loro hanno avuto anche il coraggio di parlare ai giornali per raccontare gli attimi di terrore vissuti in quel autobus che Sy, probabilmente, voleva lanciare in fiamme contro il terminal.

Il ragazzino eroe che è riuscito a liberarsi ed allarmare i soccorsi ha parlato a La Repubblica: "Eravamo tutti molto spaventati. Lui (il conducente ndr) ha svuotato queste taniche di benzina, ci ha legato tutti e ha sequestrato tutti i telefoni in modo che non chiamassimo la polizia. Uno dei telefoni è caduto a terra, allora mi sono tolto le manette facendomi anche male e abbiamo chiamato i Carabinieri". 

Cosa ha spinto l'uomo a tentare la strage è abbastanza chiaro. "Ce l'aveva con il Governo per le politiche sui migranti", ha raccontato uno dei tre professori presenti sul pullman. "Ha detto che le persone in Africa muoiono e la colpa è di Di Maio e Salvini". E forse non è un caso che abbia deciso di agire il giorno in cui il Senato era chiamato a esprimersi sul ministro dell'Interno per il caso Diciotti.

Il bilancio della mattinata di follia è di 12 studenti e due adulti portati in ospedale per lieve intossicazione, 23 bambini visitati sul posto, un bimbo in codice giallo alla De Marchi, gli altri in codice verde. L'autista invece è ricoverato al San Paolo per ustioni a mani e braccia, è in stato di arresto per sequestro di persona aggravato da terrorismo e dalla minore età delle vittime, strage, incendio e resistenza.

Autoguidovie, la società di gestione del servizio scuolabus, chiarisce che "l'uomo era in servizio a tempo pieno e non ha mai dato segnali di squilibrio".

L'autista ha detto ai pm Luca Poniz e Alberto Nobili che "non volevo uccidere nessuno, volevo solo bloccare l'aeroporto per mettere fine alle morti nel Mediterraneo". L'attentatore aveva pianificato tutto da almeno tre giorni, prima ancora dell'attentato a Utrecht o dello sbarco a Lampedusa della nave Ong 'Mare Jonio'. Secondo gli investigatori, però, i fatti menzionati sono stati "la goccia che ha fatto traboccare il vaso".  

Poco prima di mettersi al volante, Sy aveva mandato un video ai parenti e agli amici in Senegal in cui esortava i connazionali "a reagire".

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