Tramite una mozione Fiorenzo Dadò, Giorgio Fonio e Maurizio Augustoni chiedono di "decretare una moratoria fintanto che studi scientifici non siano in grado di dimostrare la non-nocività"
BELLINZONA – Le insistenti voci di un imminente arrivo, anche in Ticino, delle antenne 5G per la telefonia mobile continuano a fare discutere. Tramite una mozione diffusa a mezzo stampa oggi, il PPD, nelle persone del presidente Fiorenzo Dadò, Giorgio Fonio e Maurizio Augustoni, chiede di “decretare subito una moratoria concernente l’installazione del 5G su tutto il territorio del Canton Ticino fintanto che studi scientifici indipendenti non siano stati in grado di dimostrare la non nocività della tecnologia 5G sul corpo umano”.
“Lo scorso mese di febbraio – si legge nel testo – 3 operatori di telefonia (Swisscom, Sunrise e Salt) si sono infatti aggiudicati all’asta, per un totale di 380 milioni di franchi, le licenze per installare le suddette antenne. Questa nuova tecnologia, la 5G appunto, non avrà quale unico scopo quello di velocizzare l’accesso a internet o le telecomunicazioni bensì anche di far dialogare macchine, apparecchi e elettrodomestici di uso quotidiano. Si parlerà così di “internet degli oggetti” visto che il 5G genererà tra 10 e 20 miliardi di connessioni (frigoriferi, macchine da lavare, telecamere di sorveglianza, ecc...)”.
I rischi di questa tecnologia, secondo i tre pipidini, “non sono purtroppo ancora completamente conosciuti. Quello che per il momento si sa è che oltre 230 rappresentanti del mondo scientifico – di 40 paesi – hanno espresso una seria preoccupazione per l’esposizione permanente ai campi elettromagnetici. Campi elettromagnetici che provocano danni agli organismi viventi (uomini, animali e vegetali) anche rimanendo sotto le soglie limite imposte – oggi – a livello internazionale. L’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) nel 2018 ha istituito un gruppo di lavoro per discutere e analizzare le esigenze e i rischi legati al potenziamento delle reti 5G. È prevista la pubblicazione, entro la metà di quest’anno, di un rapporto con delle raccomandazioni. In contemporanea l’UFAM è però all’opera per rivedere l’Ordinanza sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti (ORNI) così da eventualmente colmare tutte quelle lacune che potrebbero ostacolare il potenziamento delle reti 5G”.
E ancora: “Questa Ordinanza, come si legge in un comunicato UFAM datato settembre 2018, “dovrebbe essere adottata dal Consiglio federale nella primavera 2019”. Non è dunque ammissibile che la modifica dell’ordinanza ORNI, con verosimilmente degli adattamenti a riguardo dei valori limite per le radiazioni non ionizzanti, avvenga prima di conoscere i risultati del rapporto ordinato dallo stesso UFAM. I Cantoni Vaud e Ginevra hanno nel frattempo già decretato una moratoria riguardante la costruzioni di nuove antenne 5G”.
Vista la delicatezza del tema per la salute delle persone e appurata l’imminenza di decisioni importanti da parte del Consiglio federale, Dadò, Fonio e Augustoni chiedono:
1) Di decretare subito una moratoria concernente l’installazione del 5G su tutto il territorio del Canton Ticino fintanto che studi scientifici indipendenti non siano stati in grado di dimostrare la non-nocività della tecnologia 5G sul corpo umano
2) Di prendere contatto con gli altri Cantoni che hanno già decretato la moratoria affinché siano promossi degli studi scientifici congiunti