Se lo chiedono i deputati PPD Giorgio Fonio e Lorenzo Jelmini, che interrogano il Governo: "A rendere ancor più grave la questione risulterebbe che a segnalare gli errori non sarebbe stata la direzione"
STABIO – “Da tempo la Casa Anziani Santa Filomena di Stabio si trova al centro di preoccupanti turbolenze”. Inizia così il testo dell’interrogazione che i deputati PPD Giorgio Fonio e Lorenzo Jelmini hanno inoltrato al Consiglio di Stato in merito alla caotica situazione alla Casa Anziani di Stabio.
“I sindacati che tutelano il personale – si legge nell'interrogazione – sono stati più volte sollecitati a intervenire per affrontare e risolvere i numerosi problemi gestionali che avrebbero causato, tra l’altro, assenze, malattie e pure dimissioni da parte dei dipendenti.
Sembrerebbe che i problemi non siano solo di tipo organizzativo/gestionale, ma, soprattutto, che investano anche gli ospiti e i loro famigliari. Da questo deriva la necessità e l’urgenza di questa interrogazione”.
E ancora: “Da informazioni ricevute, proprio a motivo del pesante clima di lavoro causato delle lacune gestionali, che di fatto rende difficile per il personale curante svolgere la propria attività lavorativa con la necessaria serenità, risulterebbe ci siano stati negli ultimi mesi casi di errori nell’erogazione delle cure e dell’assistenza agli anziani. Episodi rilevanti, visto che nello specifico si parla di errori nella somministrazione di farmaci come pure erogazione di prestazioni non conformi alle scienze infermieristiche. Per porre rimedio ai numerosi problemi sopra esposti, negli scorsi mesi alcuni collaboratori, proprio nell’intento di ristabilire un ambiente lavorativo e sereno che permetta loro di fornire prestazioni di qualità, hanno preso posizione ufficialmente con uno scritto rivolto alla direzione: inspiegabilmente alcuni di essi invece di essere ascoltati sono stati addirittura sanzionati”.
“A rendere ancor più grave la questione – scrivono Fonio e Jelmini – risulterebbe che, secondo quanto ci è stato riferito, a segnalare all’Ufficio del medico cantonale i presunti errori medici non sarebbe stata la direzione della struttura sebbene si possa ipotizzare che ne fosse a conoscenza. Questo nonostante i chiari disposti dell’articolo 68a della Legge sanitaria riguardanti gli obblighi di segnalazione previsti per chi dirige una struttura o servizio sanitario. Come già indicato, emergerebbe che gli uffici cantonali preposti siano intervenuti tempestivamente, procedendo nell’analisi delle questioni segnalate. Tutto questo avviene mentre è in corso la procedura per il rinnovo dell’autorizzazione d’esercizio, scaduta il 31 marzo 2019”.
Per i deputati PPD, quindi, è motivo di preoccupazione “la possibilità che tutti i problemi insorti ricadano in qualche modo sul rilascio dell’autorizzazione stessa, eventualità che metterebbe in difficoltà gli ospiti, i famigliari e i collaboratori”.
“A nostro giudizio è quindi urgente che la struttura dia concretamente e seriamente seguito alle pressanti indicazioni contenute nel rapporto inviatogli negli scorsi giorni dall’Ufficio del Medico cantonale, che sembrerebbe confermare le preoccupazioni sopra riportate”.
“In particolare – si legge nell’atto parlamentare – il rapporto rileva che la formazione sulla prevenzione dei maltrattamenti è stata eseguita da Pro Senectute, ma sembrerebbe che le conoscenze acquisite per quanto riguarda il rispetto dei diritti della persona anziana non siano applicate. Inoltre il rapporto evidenzia che in alcuni casi è stato attuato in modo non corretto il decorso che permette di rilevare errori nello svolgimento delle prestazioni. Questo approccio, che non rispetta i protocolli interni recentemente introdotti, non permetterebbe di far emergere e analizzare eventuali errori ed impedirebbe di attuare i necessari correttivi”.
Alla luce di quanto esposto, ecco le domande che Fonio e Jelmini hanno sottoposto al Governo:
1. Il Consiglio di Stato può confermare le problematiche sopra indicate? Possono essere meglio dettagliate tali problematiche?
2.Lo statuto della Fondazione Pietro e Giulia Realini prevede, oltre al Consiglio di Fondazione, un Consiglio Direttivo. Corrisponde al vero che questo organo è stato sostituito unilateralmente e senza l’accordo delle autorità cantonali con un non meglio precisato Consiglio d’istituto, rendendo praticamente inutile la presenza dello Stato come previsto dall’art. 22 della Lanz?
3. Se quanto riportato sopra corrisponde al vero, come intende intervenire il Consiglio di Stato per risanare la situazione e sanzionare l’eventuale mancato rispetto degli art. 5 e 68a della Legge sanitaria?
4. Alla luce del rapporto dell’Ufficio del Medico cantonale quali contromisure si intende prendere per evitare il ripetersi di situazioni che stanno minando la serenità della collettività della Casa Anziani Santa Filomena?