Il Sindacato OCST si dice "preoccupato per il futuro del lavoro nel nostro territorio". "Crediamo si debba investire per attrarre esperienze imprenditoriali che abbiano davvero a cuore il lavoro"
LUGANO – "Una notizia che colpisce per la sua gravità specialmente per il numero di collaboratori coinvolti". Si è espresso così il Sindacato OCST in merito alla riorganizzazione che il gruppo Kering opererà in Ticino sulla parte logistica e distribuitiva con 400 trasferimenti.
Tramite una nota stampa, il Sindacato OCST si "rammarica che le modalità di comunicazione siano risultate poco trasparenti, visto che gli stessi dipendenti hanno dovuto apprendere la notizia prima dagli organi di stampa che dalla loro stessa direzione. Dipendenti che non erano certamente pronti a ricevere una comunicazione del genere, visti i risultati estremamente positivi del gruppo a livello mondiale come pure i continui investimenti all'interno delle diverse sedi operative in Ticino. Nonostante le voci che circolavano, nessuno si aspettava questo tipo d'informazione".
E ancora: "Si rammarica pure – continua la nota – il ritardo con il quale il sindacato OCST è stato coinvolto, malgrado nostre ripetute richieste, segno della mancanza di volontà di confrontarsi su importanti decisioni che coinvolgono il personale. Non possiamo condividere la decisione di mantenere completamente assenti da ogni fase del processo di decisione non solo le rappresentanze dei lavoratori, ma i lavoratori stessi".
"Prendiamo atto che l'azienda si dica disponibile a discutere di misure di accompagnamento che dovranno essere corrispondenti alle capacità finanziarie e ai livelli di profitto che da anni il gruppo raggiunge anche grazie alla professionalità e all’impegno di centinaia di lavoratori impiegati nelle sedi ticinesi. Prima ancora di poter capire su quali misure vorranno negoziare, rimaniamo persuasi che il primo punto da discutere sia la tutela dei posti di lavoro e la presenza del gruppo Kering in Ticino a lungo termine. Se questo non fosse possibile ci batteremo per trovare soluzioni che limitino il più possibile l'impatto di una tale riorganizzazione sulla vita delle lavoratrici e dei lavoratori".
Nella presa di posizione, l'OCST ritiene "evidente che il territorio sarà duramente colpito da questa decisione che provocherà a catena ricadute occupazionali per il personale interinale, che molto numeroso viene occupato in queste strutture, e nel cosiddetto indotto. Pensiamo alle diverse società di servizi che gravitano intorno al mondo distributivo del gruppo Kering. La nostra solidarietà ed il nostro impegno saranno rivolti a tutti i lavoratori coinvolti, senza distinzioni. Non possiamo poi ignorare le ripercussioni fiscali che certamente si avranno. Su quest'aspetto crediamo sia importante possano nascere dibattiti seri e professionali in cui la politica deve dare il suo contributo".
"Da parte nostra, preoccupati per il futuro del lavoro nel nostro territorio, crediamo che si debba investire per attrarre esperienze imprenditoriali che abbiano davvero a cuore il lavoro inteso ancora come professione, orientato allo sviluppo tecnico, tecnologico e quindi di competenze di un'intera comunità. Il sindacato OCST crede che si debba lavorare per attirare attività davvero interessate a svilupparsi in questo senso in Ticino e superare la logica del richiamare imprese che mirano unicamente al vantaggio fiscale e al basso costo del lavoro".
I sindacalisti chiedono quindi "agli attori direttamente coinvolti come pure a tutte le parti sociali e l’autorità politica, di impegnarsi per facilitare il raggiungimento di un accordo che soddisfi le esigenze dei dipendenti colpiti. Come OCST ci impegneremo per difendere e accompagnare tutte le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti, con l'obiettivo di ottenere per loro il massimo possibile".