Il Comandante della polizia comunale di Lugano replica alle accuse del 16enne che afferma di essere stato malmenato da un agente
LUGANO - “Se non fosse scappato, non sarebbe successo nulla”. Roberto Torrente ribatte alle accuse del 16enne che ha accusato un agente della polizia comunale di averlo picchiato senza motivo durante un fermo. La vicenda risale a domenica quando il giovane, in compagnia di alcuni amici, stava passando la serata in zona università. Una pattuglia della polizia è intervenuta per un controllo di routine: i ragazzi stavano fumando erba e il 16enne, all’arrivo degli agenti, è scappato.
Riacciuffato velocemente dagli agenti, il giovane ha raccontato alla Regione di essere stato malmenato. Tanto che con la madre sta valutando di sporgere querela al Ministero pubblico. La versione del 16enne, tuttavia, divergeva quella del Comandante della polizia comunale, intervistato oggi dal quotidiano bellinzonese: “ “È vero - dichiara Roberto Torrente - che il ragazzo è scappato alla vista degli agenti e quando stato raggiunto, nell’azione di afferrarlo, entrambi sono caduti a terra e le escoriazioni potrebbero essere dovute a questo fatto. Non posso però ancora pronunciarmi nel merito. Potrò essere più preciso quando avrò sotto gli occhi i rapporti di polizia degli agenti coinvolti”.
“L’elemento scatenante - ha ribadito il Comandante - è il fatto che al sopraggiungere delle pattuglie, il ragazzo si è messo a correre eludendo il controllo di polizia. Fosse rimasto fermo, non sarebbe successo nulla. Ci sarebbe stato anche un testimone che ha assistito alla scena e noi vorremmo sentirlo per capire cosa sia davvero successo”.
Chiarezza potrebbe essere fatta dalle telecamere della videosorveglianza. E, in ogni caso, se fosse effettivamente presentata una denuncia, toccherà al procuratore pubblico accertare quanto accaduto.