"Nella classifica delle cose gradevoli e amabili, il radar è al quart’ultimo posto, prima della zanzara tigre, dell’orticaria, delle tasse e del Pronzini"
LUGANO - Un lettore ci ha inviato alcune riflessioni tra il serio e il faceto, attinte in parte da Wikipedia, in parte sue, prendendo spunto dalla bufera scatenata dal radar trappola di Camorino. Mario, così si chiama, chiede di non divulgare la sua identità completa essendo in attesa di una decisione della Sezione della circolazione legata proprio a un radar…
“Il radar è un sistema che utilizza onde elettromagnetiche appartenenti allo spettro delle onde radio per il rilevamento della posizione e della velocità di oggetti, come aerei, navi, sottomarini, mongolfiere e, in particolare, autoveicoli che circolano sulle strade di un piccolo paese alpino dell’Europa centrale, il cui territorio è geograficamente suddiviso tra il massiccio del Giura, l'Altipiano e le Alpi svizzere.
Il termine "radar" fu coniato nel 1940 dalla marina militare degli Stati Uniti d'America. Nel Regno Unito il radar veniva chiamato "RDF", ossia "range and direction finding" (individuazione di distanza e direzione).
Nel piccolo paese alpino la sigla è stata aggiornata in SFF "speed and fine finding”; in italiano DVM "determinazione della velocità e della multa”.
Il funzionamento del radar si basa sul fenomeno fisico della dispersione della radiazione elettromagnetica che si verifica quando questa colpisce un oggetto di dimensioni maggiori della lunghezza d'onda della radiazione incidente.
La conseguenza sociale del radar è ancora al vaglio degli specialisti che si occupano della cura e riabilitazione dei disturbi comportamentali nell’ambito della “disciplina di sintesi” che coinvolge i settori medico-farmacologici, neurologici, psicologici, sociologici e giuridici.
In generale un radar può essere monostatico, bistatico, multistatico, ad impulsi o ad onda continua.
Nella realtà l’utente della strada del piccolo paese alpino fatica a riconoscere queste differenziazioni. Il radar, per l’agitator helveticus (l’automobilista svizzero), rimane la prima causa del fenomeno psicopatologico che, subito dopo l’azionamento del perturbante “flash”, provoca una sindrome ossessivo-compulsiva consistente in una rappresentazione mentale traumatica accompagnata da un sentimento ansiogeno che non si riesce a controllare.
L’orizzonte del radar, ovvero il tragitto massimo della cosiddetta linea di vista tra il radar e la sua vittima, è limitato dalla curvatura terrestre, presso la quale qualche homus helveticus ha già chiesto asilo.
Nella classifica delle innovazioni più importanti del millennio “best thecnology innovation”, il radar è quarto, dopo le auto ibride, la tecnologia UsB e la mappatura del genoma umano.
Nella classifica delle cose gradevoli e amabili, il radar è al quart’ultimo posto, prima della zanzara tigre, dell’orticaria, delle tasse e del Pronzini.
L’importanza del radar è confermata anche da una serie di motti popolari che sono stati composti negli ultimi anni, quali ad esempio:
radar fisso sprofondo nell’abisso, radar spento son contento
radar vicino ti svuota il borsellino, radar rotto hai vino al lotto
radar in vista, chi lo evita è un artista
radar mobile o radar fisso sei comunque crocifisso, radar spento o radar morto finalmente sei risorto”.