Il giorno dopo la notizia della stangata sui premi cassa malati si attivano (quasi) tutti i politici ticinesi. "Non c'è da meravigliarsi che la popolazione sia scioccata ed arrabbiata"
BERNA – La stangata sull’aumento dei premi di cassa malati in Ticino ha inevitabilmente sollevato un polverone. La polemica che infiamma social e media continua a tenere banco. Tante, e quasi tutte di rabbia, le reazioni provenienti dal mondo della politica ticinese.
Il Consigliere di Stato Raffaele De Rosa, direttore del DSS, ha lanciato ieri tre iniziative cantonale che mirano a frenare i continui rincari del settore. La prima iniziativa “Più forza ai Cantoni” chiede che i Cantoni possano dire la loro agli assicuratori e all’autorità di vigilanza in merito ai costi stimati e alle tariffe dei premi previste. La seconda “Per riserve eque e adeguate” chiede che in presenza di riserve eccessive (oltre il 150%) l’assicuratore è tenuto a operare una riduzione di queste ultime con l’obiettivo di stabilizzare l’aumento dei premi. L’ultima, ma non in ordine di importanza, iniziativa che il DSS porrà all’attenzione del Gran Consiglio è “Per premi conformi ai costi” che vuole obbligare gli assicuratori a compensare i premi che vengono pagati in accesso.
“Ripristinare la trasparenza sui costi della salute”. È quanto chiede, attraverso una mozione al Consiglio Federale, il Consigliere Nazionale PLR Giovanni Merlini. Nell’atto parlamentare – sottoscritto anche dalla Deputazione ticinese al Consiglio Nazionale e condivisa con la Direzione del dipartimento della sanità e della socialità –, Merlini chiede al CF di presentare una modifica della LAMal che reintroduca il diritto dei Cantoni di accedere ai dati contabili degli assicuratori per il calcolo dei premi e di esprimersi in proposito”.
“L’opacità – si legge – dell’attuale sistema di controllo della previsione dell’evoluzione dei costi sanitari a carico degli assicuratori e del loro calcolo dei premi di anno in anno va corretta a favore di una maggior trasparenza. Quest’ultima rappresenta uno dei tasselli necessari per contenere i costi della salute in costante aumento.
“L’abrogazione – sostiene Merlini – delle basi legali che consentivano una maggiore trasparenza sui meccanismi di previsione dei costi della salute e dei premi di cassa malati è stata anche il frutto d’incomprensioni tra l’UFSP e le competenti amministrazioni cantonali e quindi di una certa diffidenza nei loro confronti. Va quindi recuperata una migliore collaborazione e fiducia reciproca, visto anche il forte impegno finanziario dei Cantoni in ambito sanitario”.
“Perché si autorizzano in Ticino dei premi di cassa malati più alti della media svizzera?”. È quanto chiede, invece, il Consigliere Nazionale UDC Marco Chiesa in un’interrogazione al Consiglio Federale firmata anche da Roberta Pantani, Marco Romano, Lorenzo Quadri, Fabio Regazzi, Giovanni Merlini e Rocco Cattaneo.
“In Ticino – si legge nel testo – i premi LAMal nel 2020 cresceranno al di sopra della media svizzera, ossia del 2.5%, mentre addirittura in dieci cantone questi scenderanno leggermente. Non c’è da meravigliarsi che la popolazione sia scioccata e arrabbiata. I premi dell’assicuratore malattia incidono sempre più sul portafoglio dei ticinesi e ben presto non saranno più sopportabili. In Ticino la popolazione esige dei chiarimenti per sapere se questa approvazione dei premi da parte dell’Ufficio federale della sanità pubblica sia oggettiva, corretta e realistica”.
Alla luce di quanto esposto, ecco le domande formulate da Chiesa:
1) Qual è stata l’evoluzione dei premi di cassa malati negli ultimi 5 anni in Ticino? E quale quella dei costi?
2) Secondo il Consiglio federale, i premi di cassa malati in Ticino vanno effettivamente a pari passo con l’evoluzione dei costi del Cantone o vi sono dei trasferimenti di costi tra Cantoni che potrebbero pesare sui premi delle casse malati ticinesi?
3) Per quali ragioni la popolazione ticinese è chiamata a pagare dei premi al di sopra della media svizzera?
4) Esiste una relazione diretta tra il numero di fornitori di prestazioni rispettivamente il numero di posti letti ospedalieri o di casa anziani nel Cantone e l’elevato costo dei premi LAMal?
5) Esiste una relazione diretta tra le elevate riserve degli assicuratori e i costi delle assicurazioni malattia? Le eccedenze nelle riserve non dovrebbero e non potrebbero contribuire al contenimento dei premi nel Canton Ticino o addirittura al suo abbassamento?
6) Il Consiglio federale non pensa che sia giunta ora di richiedere ai Cantoni un loro parere e un ruolo più attivo al fine di migliorare la chiarezza e la trasparenza riguardo allo sviluppo dei premi di cassa malati prima che l’Ufficio federale della sanità pubblica approvi rispettivamente fissi le tariffe dei premi?