Il dato è stato fornito dal Municipio di Bellinzona che, tuttavia, respinge al mittente l'accusa di aver voluto far cassetta
BELLINZONA - Come una tonnara: il radar piazzato dalla polizia comunale di Bellinzona a metà settembre sulla “tirata” di Camorino, ha pizzicato oltre il limite di velocità ben il 30% degli automobilisti. Un dato che non sorprende considerato che la “scatola” era stata posata a ridosso del passaggio di velocità da 50 a 80 Km/h.
Questo controllo di polizia, si ricorderà, aveva scatenato una durissima polemica, sia a livello cantonale che comunale. Il consigliere comunale leghista Manuel Donati aveva interpellato il Municipio per chiedere lumi sul senso dell’operazione. E oggi, come riporta la Regione, è arrivata la risposta dell’Esecutivo che, tra l’altro, ha fornito il dato degli automobilisti finiti in quella che è difficile non definire come una trappola.
“Discussioni circa l’opportunità di individuare posizioni più o meno indicate per la posa dell’apparecchio sono beninteso sempre possibili - scrive il Municipio di Bellinzona nella sua riposta - ma deve anche essere segnalato che, per quanto concerne il radar in questione, un rilevamento di circa il 30% di superamento del limite denota un’anomalia in relazione all’effettivo rispetto del limite in quel tratto stradale”.
Tuttavia, scrive sempre l’Esecutivo “non appare accettabile l’accusa di fare cassetta, allorquando la Polcom, come suo dovere, sanziona comportamenti non rispettosi delle regole. Del resto vi sono le vie di ricorso previste dalla legge e, ciononostante, non risulta che vi siano decisioni dell’autorità superiore di ricorso che qualifichino come arbitrario l’agire della Polcom”.
Il Municipio sottolinea inoltre come la posizione del radar “era tecnicamente ineccepibile e pure rispettosa di tutte le norme in materia; si precisa che i controlli radar sono effettuati da personale debitamente istruito dalla Polizia cantonale. Non esiste alcuna distanza minima a livello di legge”.