Con la sessuologa abbiamo parlato del caso del professore 60enne licenziato dopo aver chiesto a una giovane studentessa di descrivere il suo seno. "Agli insegnanti vanno affiancati degli esperti di educazione sessuale"
LUGANO – Un docente di 60 anni del Bellinzonese in servizio da 35 anni anni è stato licenziato dal DECS per un “compito imbarazzante” assegnato a una sua studentessa di 13 anni (vedi articoli suggeriti). Sul diario della ragazzina la frase della vergogna per il compito a casa: “descrivi il tuo seno”. I fatti risalgono allo scorso anno, ma la vicenda – anticipata da Tio.ch – è stata resa nota soltanto in questi giorni. Dell’uomo si sono lamentati anche alcuni colleghi, che segnalano comportamenti “di chiusura e ostilità”, oltre a “metodi obsoleti e compiti imbarazzanti per le ragazze”.
Dal canto suo l'insegnante - che ha ricorso al TRAM contro il licenziamento - si è difeso parlando di "un malinteso: insegnare la genetica rientra tra i miei compiti”. Dove sta la verità? Ha agito in buona o in malafede? Abbiamo provato ad approfondire il tema con la sessuologa Kathya Bonatti.
Kathya, che idea ti sei fatta della situazione appena citata?
“Non conosco la dinamica esatta dei fatti, però se l’insegnante ha chiesto il suddetto compito solo a una ragazza trovo che sia molto inopportuno perché personalizza una tematica così delicata. In ogni caso, trovo la scelta fuori luogo, invasiva, voyeuristica e imbarazzante”.
13 anni è l’età giusta per cominciare a parlare di sesso nelle scuole?
“Sì, direi che l’età è adeguata perché è quella dello sviluppo dove avvengono tanti cambiamenti all’interno del corpo. Però chiedere a un’alunna di descrivere il proprio seno non andava fatto. In primis sarebbe dovuta essere una domanda da formulare a tutti e in senso generico, così da permettere a tutti di scrivere quello che ritenevano più opportuno rispettando il proprio senso del pudore. Il professore poteva chiedere di parlare della tematica della pubertà per evitare personalizzazioni. I ragazzi a quell’età provano imbarazzo a parlare del proprio corpo che cambia, ma anche nel vivere questi momenti”.
A cosa dovrebbero prestare attenzione gli insegnati quando parlano di sesso agli adolescenti?
“I docenti hanno indubbiamente un ruolo fondamentale, soprattutto quelli di scienze che devono trattare la materia. Però dovrebbero essere affiancati da degli specialisti in educazione sessuale...”.
Perché?
“Perché sanno come parlare, hanno fatto una scuola apposita. Sanno che domande formulare, come formularle e soprattutto evitare spiacevoli situazione come quella di cui stiamo parlando.
Ma nel 2019 ci si ‘scandalizza’ di più rispetto a un ventennio fa?
“Non è questione di scandalizzarsi di più o meno. Semplicemente le persone sono più informate e decodificano molto prima le situazioni anomale e ambigue. È per questo che gli insegnanti devono stare attenti a non essere allusivi o abusanti o manipolanti: al giorno d’oggi, per merito della capacità del senso critico degli studenti, basta uno sguardo o una frase per rovinarsi la carriera”.