Intervista all'ingegnere e pilota professionista di elicotteri sul tragico schianto in cui è morto di Kobe Bryant: "Elicottero-fobia? Io non la percepisco. Casi del genere infondono rispetto, non paura..."
TICINO – Lo sport mondiale, e non solo, piange la morte di Kobe Bryant, leggenda NBA morta domenica scorsa a seguito di un tremendo schianto con l’elicottero privato, un Sikorsky S-76 bi-turbina prodotto nel 1991. Schianto costato la vita anche a alla figlia 13enne Gianna ed altre sette persone per un tragico bilancio di nove morti.
Esprimendo cordoglio per la scomparsa dell’ex stella dei Lakers, il pilota di MotoGP Jorge Lorenzo ha voluto spendere due parole sugli elicotteri, mezzo da lui sempre temuto. "Non sono – scrive – mai stato fan degli elicotteri, nonostante il loro dinamismo e la loro agilità. Li evitavo ogni volta che potevo e incoraggiavo i miei amici a fare lo stesso. Oggi hanno causato un’altra vittima, una delle più grandi nella storia del basket. Un altro esempio di quanto sia fragile la vita, godiamola finché possiamo. (Ed evitare gli elicotteri fino a quando non saranno più sicuri)”.
In tanti sui social si sono accodati al pensiero del pilota spagnolo. Ma è davvero così dilagante la ‘elicottero-fobia’? Lo abbiamo chiesto a Igor Canepa, ingegnere e pilota professionista d’elicotteri. “Io – afferma a Liberatv – non la percepisco tutta questa paura. La gente, per me, riesce a capire che quando parliamo di queste tragedie parliamo di incidenti che, purtroppo, possono accadere. Esattamente come per gli incidenti stradali, che se paragonati statisticamente a quelli aviatori, rimangono probabilmente comunque superiori come incidenza”.
Eventi tragici come quello accaduto nel caso di Kobe Bryant “non infondono paura” nei professionisti, ma “rispetto”, secondo Canepa. “È normale e comprensibile che un incidente aereo susciti maggiore clamore, visto che le sue conseguenze sono spesso più drammatiche. È chiaro che ogni incidente lascia il segno. Noi professionisti dobbiamo essere bravi a imparare da ognuno di questi eventi per fare in modo che non succeda più, che non si ripetano”.
La dinamica dell’incidente nel quale è morto l’ex stella NBA è ancora al vaglio degli inquirenti, ma un aspetto che parrebbe fondamentale è la scarsa visibilità con il quale il pilota si è dovuto confrontare. “È – continua – ancora presto per parlare del caso di Kobe Bryant e le altre vittime. Non ci sono dati oggettivi pubblicati e bisognerà aspettare i risultati dell’inchiesta”. Stando a quanto riportato dalla stampa americana, l’ex cestista e sua moglie avevano stretto un patto che prevedeva di “non volare mai insieme”.
E Canepa consiglierebbe a una famiglia di volare insieme? “Non posso consigliarlo o sconsigliarlo. Sono scelte personali. È come scegliere se prendere l’automobile insieme oppure no. Ritengo sia una decisione che deve prendere il singolo nucleo famigliare”.
Abbiamo chiesto a Canepa quali sono le principali regole da rispettare prima di mettersi in volo. “Sicuramente la pianificazione del volo è importantissima, anche perché il microclima può variare da località a località. Diventa quindi fondamentale informarsi sulle condizioni meteorologiche della tratta che si intende sorvolare. Considerando che le condizioni possono variare durante il volo, sta poi al buon senso del pilota decidere se proseguire o atterrare il prima possibile e attenersi al piano B, il famoso alternato, previsto dalla legge”. In conclusione, Canepa ritiene che “elicotteri e aerei siano mezzi sicuri, anche più dell’automobile...”