Il consigliere nazionale: "Certamente non sarebbero la panacea, ma servirebbero a ridurre il rischio".
LUGANO – L'emergenza coronavirus continua a dividere il mondo politico. Sull'ultima edizione di Opinione Liberale, l'ex Segretario di Stato Mauro Dell'Ambrogio ha rifilato qualche bordata nemmeno troppo velata al Consigliere Nazionale leghista Lorenzo Quadri, che nei giorni scorsi ha chiesto la chiusura delle frontiere (vedi articoli suggeriti). "Un deputato leghista – scrive Dell'Ambrogio – ha chiesto di impedire da subito l’entrata ai frontalieri che lavorano nei servizi: compreso chi lavora negli ospedali? O intendeva chi lavora nelle banche, anche se informatici, o chi fa la contabilità in fabbrica? Prima che i polmoni, l’epidemia infetta i cervelli, quelli già tarati dall’abitudine di vedere come untori e colpevoli sempre gli altri".
Non si è fatta attendere la replica di Quadri, che su Facebook risponde. "Dal coronavirus si può guarire, dalla boria, evidentemente, no. Le perle di saggezza di questo borioso collezionista di cadreghe statali (solo grazie al partito) nonché spalancatore di frontiere proprio ci mancavano".
"Sta di fatto – continua – che praticamente tutti i paesi, anche extraeuropei, hanno previsto misure nei confronti dei cittadini italiani o che rientrano dall'Italia. In Svizzera, tutti i casi di contagio nascono da persone che sono state in Italia. Da noi entrano liberamente tutti i giorni 70mila frontalieri in arrivo proprio dalle zone più a rischio. Non c'è chi non veda come delle misure sul confine, oltre quelle che sono state prese in altri ambiti, sarebbero state e rimangono necessarie. Certamente non sarebbero la panacea, ma servirebbero a ridurre il rischio".
E ancora: "Non si può inoltre escludere che prossimamente tanti frontalieri non potranno comunque lasciare il proprio domicilio a seguito di misure prese dall'Italia. Non c'è chi non veda come stanno le cose; tranne chi, per parafrasare Dell'Ambrogio, "ha il cervello tarato" dall'ideologia spalancatrice di frontiere oltre che da un'inveterata spocchia ormai al di là di ogni possibilità di guarigione (diversamente dal coronavirus)".