Fiorenzo Cotti, Pierluigi Zanchi e Annie Griessen presentano un ricorso di 25 pagine contro la decisione del Governo: "Non deve essere visto come un'offesa né strumentalizzato"
BELLINZONA – Venticinque pagine di ricorso al Tribunale Federale contro l'annullamento delle elezioni comunali, previste inizialmente il prossimo 5 aprile e rinviate causa coronavirus all'aprile del 2021 (vedi articoli suggeriti). A contestare in modo ufficiale la decisione del Consiglio di Stato ticinese è l'avvocato Fiorenzo Cotti con Annie Griessen Cotti e Pierluigi Zanchi. Tutti e tre erano in lista per i Verdi-POP-Indipendenti a Locarno.
Il ricorso inizia con una premessa importante. "Siamo coscienti – scrivono i ricorrenti – della delicata situazione in cui versano il Ticino e l'intera Svizzera. ll diritto, però, regola la nostra vita, dalla nascita alla morte, nei momenti felici e nei momenti, ahimé più difficili. E, nel bene e nel male, è corretto e legittimo poter dubitare ed chiedere alla Giustizia di valutare se vi è un esercizio abusivo della Legge.E proprio in questi momenti lo Stato deve dimostrare di essere forte, solido, ma anche Giusto, equilibrato. Occorre disporre di governanti magari anche severi, ma anche ponderati, stabili, legittimi e democraticamente costituiti. Una situazione grave e straordinaria necessita mísure mirate, íntellígentí e sempre rispettose del sístema democratico".
E ancora: "Del virus si è detto di tutto e di più, trattasi di fatto notorio, che non merita di essere ulteriormente commentato. Giusto, ai fini del ricorso, rammentare che siamo lungi dall'essere immuni dalle epidemie o pandemie. La minaccia di COVID, altre malattie o altre catastrofi maggiori arrischiano di accompagnarci per anni e riproporsi a fasi alterne, più o meno lunghe. Per stessa ammissione degli esperti il COVID 19 ci accompagnerà per lunghi mesi (...)".
Secondo i tre, "il ricorso non deve essere né strumentalizzato né essere visto come un'offeso a chi è concentrato a combattere le nefaste conseguenze della malattia. II Consiglio di Stato ha commesso un atto grave, lasciando intendere che in queste situazioni occorre istituire una sorta di legge marziale e sospendere (peggio annullare) ogni processo democratico, non essendovi valida alternativa. Alla stregua di una dittatura, l'attività statale sembra di poter proseguire mediante decreti governativi di urgenza. La legislazione d'urgenza è un concetto noto ai giuristi. Essa può e deve essere utilizzata laddove prevista e in casi ben definiti e circoscritti, cum grano salis".