CRONACA
"Informazioni fuorvianti", nove ex magistrati ricorrono al Consiglio di Stato contro la legge sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo
A loro avviso ci sarebbero delle "chiare e manifeste irregolarità riguardanti la procedura di votazione e l’informazione alla popolazione" nel materiale e nella propaganda per la votazione prevista il 13 giugno

BELLINZONA - Nove ex-magistrati (Bruno Balestra e John Noseda, unitamente agli ex procuratori Mario Branda, Luca Maghetti, Marco Mona, Luigi Mattei, Pietro Simona, Emanuele Stauffer e Paolo Bernasconi, che funge anche da patrocinatore) tra cui numerosi sostenitori dell'Associazioni Uniti dal Diritto, hanno presentato un ricorso al Consiglio di Stato ticinese contro la votazione federale del 13 giugno sulla nuova Legge federale sulle misure di polizia per la lotta contro il terrorismo (MPT) per "chiare e manifeste irregolarità riguardanti la procedura di votazione e l’informazione alla popolazione". Assieme ad altri giuristi confederati, ricorsi simili sono stati inoltrati anche a Zurigo, Lucerna e Obvaldo.

Le autorità federali e cantonali, mediante l'opuscolo informativo hanno veicolato a loro avviso "delle false informazioni in merito all'oggetto in votazione in maniera lesiva del diritto costituzionale a tutela della libera formazione dell'opinione (art. 34 della Costituzione federale). La pubblicità fuorviante è stata diffusa e ripetuta in molteplici occasioni da diverse fonti. Questa pubblicità verteva sempre su un tema: le autorità di polizia potrebbero intervenire per comportamenti legati al terrorismo soltanto dopo la consumazione di un atto terroristico. Questa informazione fuorviante ha già ricevuto un eco politico e mediatico estremamente importante ed è stata propagata dalle autorità federali (es.: messaggio 19.032 del Consiglio federale, libretto informativo distribuito all'elettorato, documentazione pubblicata sul sito web della Confederazione, conferenza stampa della Consigliera federale Keller-Sutter del 13.04) oltre che in una serie di interviste e prese di posizione pubbliche da parte di personalità autorevoli e personalità politiche".

Cosa non piace? "Il Codice Penale svizzero punisce non solo coloro che hanno commesso un reato, ma anche coloro che hanno già soltanto tentato di commettere un reato (art. 22 CP). Sono quindi punibili anche tutti i reati tipici del terrorismo, come per esempio gli atti preparatori, i reati contro la vita e l'integrità della persona, i reati contro la libertà personale, i reati di comune pericolo (es.: occultamento e trasporto e uso di materie esplosive o di gas velenosi), i reati contro le pubbliche comunicazioni, i reati di falsità, i reati contro la tranquillità pubblica, i reati contro lo Stato e la Difesa nazionale, i reati contro la pubblica autorità, rappresentazione di cruda violenza. Dal 2004 il Tribunale penale federale (anno della sua entrata in funzione) ha pronunciato circa una trentina di condanne per partecipazione, sostegno o simpatia nei confronti di gruppi terroristici in applicazione della Legge federale riguardante il divieto di appartenenza al gruppo Al Qaida e ad altre organizzazioni. Quest’ultime rappresentano esattamente il genere di condanne che secondo il Governo federale non potrebbero attualmente essere inflitte! Una falsità!"

Inoltre, i ricorrenti ravvisano "mancata trasparenza sulla violazione dei diritti individuali fondamentali. Le spiegazioni del Consiglio federale ribadiscono che le nuove norme sono conformi alla protezione e salvaguardia dei diritti fondamentali come previsto dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'Uomo, dalla Convenzione dei diritti dell'Uomo delle Nazioni Unite nonché dalle norme della Costituzione federale. Eppure viene sottaciuto che che proprie queste affermazioni sulla salvaguardia dei diritti sono state smentite dal Dipartimento federale degli Affari Esteri, da oltre 60 professori di diritto di atenei svizzeri, da parte di agenzie internazionali delle Nazioni Unite e del Consiglio d'Europa, da parte di numerose  organizzazioni internazionali per la protezione dei diritti fondamentali, in particolare Amnesty International, e dal Prof. Nils Melzer, referente speciale per la Svizzera presso le Nazioni Unite sul tema della tortura. Questa legge rappresenta una violazione massiccia dei diritti individuali delle cittadine e dei cittadini svizzeri!".

Per l'associazione Uniti dal Diritto "la Legge non solo è inutile, ma è anche stata propagandata in maniera fuorviante e scorretta da parte della autorità federali, le quali dovrebbero invece essere imparziali e informare in maniera trasparente la popolazione". 

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