Sono meno di una decina i rifugiati che hanno deciso di rientrare in patria. Oggi cambiano le regole dell'accoglienza
BELLINZONA - Sono poco meno di una decina, su oltre 2'000, i profughi ucraini presenti in Ticino che hanno deciso di rientrare a casa. Lo rende noto la RSI sulla base delle indicazioni fornite dal Dipartimento della sanità e della socialità.
La guerra scatenata dalla Russia, del resto, è lontana dall'essere conclusa, anche se il conflitto è ora concentrato prevalentemente nelle aree del Donabass e nel sud del Paese, ciò che ha permesso ad esempio le riaperture delle ambasciate a Kiev, preludio di un ritorno a una semi normalità nell'area della capitale. Ma è chiaro che la situazione resta estremamente incerta e suscettibile di continui e repentini cambiamenti.
Intanto da oggi si cambia nella politica di accoglienza in Svizzera. L'obbiettivo della Confederazione è una distribuzione più equa dei rifugiati nei Cantoni. Per questo motivo i profughi non potranno più scegliere liberamente, salvo eccezioni conclamate, dove stabilirsi.
Il Ticino, infatti, ha già accolto il doppio dei rifugiati (siamo a quota 2'000) di quelli previsti, mentre altre regioni della Svizzera sono al di sotto della chiave di riparto stabilita da Berna.