CRONACA
Conferenza sull'Ucraina, Cassis evoca il Piano Marshall. Zona Ciani off limits. Per ora nessun nome
Cocchi: “Sarà un dispositivo che dovrà garantire il massimo di sicurezza, ma limitando il più possibile i disagi alla popolazione, ai turisti e ai commerci”

BELLINZONA - Ignazio Cassis, presidente della Confederazione, Norman Gobbi, direttore del Dipartimento istituzioni, Matteo Cocchi, comandante della Polizia cantonale, Simon Pidoux, ambasciatore speciale responsabile della URC2022, Térence Billeter, ambasciatore, capo Task Force URC2022. Questi i relatori della conferenza stampa odierna nella quale è stata presentata la Conferenza di ricostruzione dell’Ucraina che si svolgerà a Lugano il 4 a il 5 luglio e che vedrà la partecipazione di un migliaio di delegati provenienti da mezzo mondo.

Va detto anzitutto che una lista definitiva delle personalità che giungeranno a Lugano si avrà soltanto un paio di settimane prima dell’evento, e solo allora si potrà avere un’idea più chiara sui dispositivi di sicurezza. L’obiettivo di Berna è comunque riuscire a portare in Ticino il maggior numero possibile di personalità di alto livello tra i circa 40 Stati e le 18 organizzazioni internazionali che sono state invitate. Anche a livello di costi, ha detto Cassis, i conti si potranno fare solo alla fine: “In ogni caso stiamo parlando di alcuni milioni di franchi”. Siccome le delegazioni non sono ancora definitive, ha aggiunto Gobbi, i dispositivi di sicurezza e di conseguenza i costi dipenderanno da chi saranno i partecipanti.

Cassis ha paragonato la conferenza di Lugano al piano Marschall, noto anche come ERP (European Recovery Program) che venne varato dagli Stati Uniti per sostenere i costi della ricostruzione europea dopo la seconda guerra mondiale. “In questa conferenza ognuno può leggere tutte le proprie fantasie – ha aggiunto replicando a chi ritiene che l'evento avrà una matrice neoliberale -. Da parte nostra vogliamo legittimare la sovranità territoriale dell’Ucraina, anche nel nostro interesse di svizzeri ed europei, perché la stabilità del Continente è legata anche alla stabilità dell’Ucraina”.

La Guerra è ancora in corso, lo sappiamo bene, ha detto il presidente della Confederazione, “ma sappiamo che prima o poi giungerà il momento della ricostruzione. Occorre quindi discuterne al più presto, mettendo allo stesso tavolo paesi e organizzazioni internazionali coinvolti per definire come intendiamo avviare la ricostruzione del paese. E questo processo, Svizzera e Ucraina vogliono avviarlo a Lugano. Rinunciare a tenere questa conferenza sarebbe stato un segnale negativo e incomprensibile, sia per gli ucraini sia per la comunità internazionale. Con il presidente Vladimir Zelensky abbiamo dunque deciso di mantenere la piattaforma già prevista prima dello scoppio della guerra, cambiandone i contenuti. La dichiarazione di Lugano dovrà fungere da bussola per definire il piano di ricostruzione. A Lugano è anche previsto un programma culturale che accompagnerà questa conferenza. Abbiamo la possibilità di dare una mano dove c’è distruzione e di dare un contributo alla sicurezza dell’Europa. In ogni caso non saranno né la Banca Mondiale né l’Unione europea, ma l’Ucraina che avrà la leadership di questa conferenza. La ricostruzione dell’Ucraina è un impegno gigantesco che richiederà enormi investimenti che verranno soprattutto dal settore privato”.

Per Gobbi la conferenza “sarà un’occasione per Lugano e il Ticino per avere una grande visibilità internazionale. La sfida per noi sta nel garantire che tutto funzioni al meglio. È il nostro piccolo contributo per la pace e la stabilizzazione e la sicurezza del continente europeo. Ma sarà anche la possibilità per aziende ticinesi di allacciare dei contatti. Un’occasione di profilarci come luogo di accoglienza non solo di profughi ma anche di eventi di carattere internazionale”.

Simon Pidoux ha spiegato che la decisione di proseguire con questa conferenza è stata difficile, anche perché abbiamo dovuto cambiare il progetto iniziale. Lugano sarà qualcosa di nuovo, sarà un calcio d’inizio. Ma se facciamo qualcosa di nuovo bisogna pensare a un quadro preciso. È troppo presto per dire cosa ricostruire e quanto costerà. Lugano sarà soprattutto un’occasione per esprimere sostegno all’Ucraina in questo momento difficile. Il nostro obiettivo è riunire personalità di alto livello per avviare il processo di ricostruzione, che andrà di pari passo con le riforme. E l’Ucraina dovrà essere il motore della propria ricostruzione”.

Térence Billeter ha spiegato i dettagli relativi all’arrivo e al trasporto degli ospiti. Mentre Matteo Cocchi ha parlato del dispositivo di sicurezza, che come detto andrà definito in base ai partecipanti: “Sarà un dispositivo – ha detto - che dovrà garantire il massimo di sicurezza, ma limitando il più possibile i disagi alla popolazione, ai turisti e ai commerci. Sono previsti il divieto di navigazione entro 300 metri dalla riva nel golfo di Lugano e una zona rossa, accessibile soltanto a chi avrà l’autorizzazione, attorno al Ciani e al palazzo dei congressi”. Da oggi, ha aggiunto Cocchi, sarà attivata una pagina web con informazioni di dettaglio per informare la popolazione sulle limitazioni oltre a una help line, attiva dal 28 giugno al 5 luglio, tra le 6 di mattina e le 22, che fornirà indicazioni su chiusure e limitazioni.

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