Un allevatore ci segnala la predazione avvenuta a una sua vitellina. “È inutile darci le ‘carezze’ con la storia degli indennizzi”.
LEVENTINA – Un’estate da lupi. Le segnalazioni di predazioni ad opera del lupo non accennano a placarsi. Gli allevatori sono allo stremo e chiedono interventi urgenti a una politica fin qui sorda e immobile. Fabio, allevatore leventinese, ha la voce sconsolata e stanca di ripetere ‘le solite cose’. Una vitella di sua appartenenza è stato sbranata da un lupo settimana scorsa in zona Passo del sole. “A un mio collega – spiega a Liberatv –, un capo è stato predato in zona Piandios San Martino tre giorni dopo”.
“Per le nostre zone – aggiunge – si tratta del primo episodio di predazione di un bovino”. Fabio è comprensibilmente frustrato: “È inutile che vengono a ‘darci le carezze’ con la storia degli indennizzi. Non è così che si risolve il problema. La vitellina in questione era di mia figlia, che ci era legata. Chi le spiega che la sua vitellina è stata sbranata da un lupo?”. L’attacco è chiaramente indirizzato alla politica.
“Il lupo l’hanno tolto cent’anni fa dal nostro territorio perché non poteva convivere con l’agricoltura di montagna. Ci sarà un motivo, no? Prima predava solo cervi, pecore, capre, adesso si comincia con i bovini. È solo questione di tempo, a mio modo di vedere, prima che accada qualcosa di più spaventoso…”.
“Gli animalisti da salotto che sono a Lugano e Bellinzona non capiscono il reale problema e la fanno facile. Non capiscono che l’agricoltura in montagna è sotto pressione da più fronti. Dalla siccità ai costi alle stelle, i nostri prodotti non vendono più. Poi, aggiungiamoci la problematica del lupo, e ti viene spontaneo chiederti se, dopo trent’anni, non è il momento di gettare la spugna”. Chiediamo a Fabio se ha intenzione di mollare per davvero. “È da un po’ di tempo che mi balena per la testa quest’ipotesi. La goccia che fa traboccare il vaso è sicuramente vicina”.
L’allevatore leventinese conclude: “Noi allevatori non siamo contro il lupo, ma bisogna capire che il suo habitat naturale è un altro. Non è questo il suo territorio”.