Germano Mattei quattro anni fa ha perso il seggio, ora si candida, su richiesta di qualche sostenitorie, assieme a Magginetti e Bisi. "Il lupo ora è un problema serio, ma anche altri carnivori"
BELLINZONA - Temi condivisi da molti, come la protezione della montagna e adesso la problematica del lupo. MontagnaViva nelle scorse elezioni, dove ha perso il suo unico seggio, ha visto i suoi candidati ricevere molti voti personali ma pochi di lista. Non ha mai smesso di operare, nei comuni e con varie iniziative, e sollecitato da diversi sostenitori alla fine Germano Mattei ha deciso di riprovarci.
Non era convinto, l'ex deputato, poi ha scelto di rimettersi in gioco. Si candida per tornare in Parlamento assieme a Mauro Magginetti e Marcel Bisi. L'obiettivo? Rientrare con un seggio.
"La montagna occupa l'80% del territorio ticinese", ha fatto notare Mattei alla presentazione della lista. A suo avviso, molti dei problemi delle regioni periferiche sono rimasti e MontagnaViva è pronta a rilanciarli.
Il programma della lista parla della realizzazione del moltiplicatore comunale uniformato fissato al 80%, del salvataggio delle scuole nelle periferie e nelle valli e della conservazione dei posti di lavoro pubblici nelle zone decentralizzate, di misure a sostegno del primario come la revisione della legislazione a sostegno del settore primario e delle aziende agricole di montagna in particolare. Ci sarebbe poi un sogno: "Istituire il Dipartimento “Montagna”, per una maggiore e nuova attenzione a oltre l’80% del territorio cantonale: piattaforma di coordinazione interdipartimentale delle legislazioni per la “montagna”, per uniformare i servizi mirati ora suddivisi tra i vari Dipartimenti, armonizzare le attività, le azioni e le attenzioni per le zone periferiche e di montagna".
Oltre che, naturalmente, del lupo. Mattei da anni è arrivo su questo fronte, ben prima che il predatore diventasse un vero problema, con numerose predazioni e avvistamenti anche in zone abitate. Ma non c'è solo il lupo: "I grandi carnivori stanno creando importanti danni agli allevatori e paura nella popolazione sia delle periferie e ora anche delle zone sub urbane e urbane. Questa situazione di allarme e di apprensione crea problemi anche al settore del turismo, dell’escursionismo e all’economia delle periferie. Non si tratta più di un problema che concerne solo il primario!".