Il ct della Nazionale parla con commozione dell'addio all'ex calciatore, deceduto a causa di un tumore al pancreas. "Speravo in un miracolo, è una grande perdita per me, per la sua famiglia prima di tutto, per tutto il calcio italiano"
LONDRA - Una vita insieme, da quando erano i gemelli del gol all'abbraccio a Wembley, in lacrime, dopo la vittoria dell'Europeo da parte dell'Italia. Quello tra Roberto Mancini e Gianluca Vialli era un rapporto vero, viscerale. Ora il ct della Nazionale ricorda con struggenti parole l'amico, deceduto nei giorni scorsi a causa di un tumore al pancreas con cui lottava da tempo (leggi qui).
Lo fa attraverso un video diffuso dalla FIGC. "È una grande perdita. Per me, per la sua famiglia prima di tutto, e per tutto il calcio italiano. Io perdo un fratello, speravo in un miracolo", ha confessato.
Si è recato a Londra a salutare Vialli, quando le sue condizioni di salute si sono aggravate. "Ci siamo visti, abbiamo parlato e scherzato. Lui era gioia".
Mancini ha parlato anche del ruolo dell'amico in Nazionale: "Luca ha fatto capire a tutti, soprattutto ai più giovani il valore della maglia azzurra, quello che si deve fare dove si poteva arrivare. È stata una persona di grande valore per noi, soprattutto quando parlava ai ragazzi e a loro piaceva ascoltarlo".
Ha definito il loro rapporto "fraterno", di "grande rispetto, affetto, amore, amicizia", una amicizia vera e duratura nonostante le strade calcistiche si fossero separate.
"Luca era un ragazzo gioioso, sempre allegro, pochissime volte l'ho visto arrabbiato, va ricordato così, per quello che era realmente molto vivo in tutti sensi. A lui piacerebbe che lo si ricordasse anche per questo oltre che per essere stato un grande calciatore, un vero professionista con un carisma straordinario. Era un ragazzo, allegro, giovane, al quale piaceva la vita", ha concluso commosso.