CRONACA
Tri-Star, il direttore si difende: “Nessuna intenzione di violare la legge. Ci siamo fidati di un’informazione errata”
Paolo Conti spiega che i lavoratori messicani erano venuti in Ticino per un periodo di formazione, per il quale gli era stato detto che non occorreva un permesso di lavoro. Intanto l’azienda di Bioggio chiuderà entro fine anno
TiPress/Massimo Piccoli

BIOGGIO - “Non abbiamo voluto violare la legge, siamo stati mal consigliati”. Sono le parole di Paolo Conti, direttore della Tri-Star Electronics, che si difende dall’accusa di aver assunto una ventina di lavoratori messicani non in regola. Persone che invece sarebbero venute in Ticino per imparare il mestiere: “L’avvocato ci aveva detto che per un periodo di formazione di 4-5 anni non occorreva un permesso di lavoro. Ci siamo fidati”, ha dichiarato al CdT.

Sarebbe dunque una mancanza in buona fede quella rilevata dalla Polizia e dall’Ispettorato del lavoro mercoledì durante un controllo. 

La Tri-Star Electronics non naviga comunque in buone acque: entro fine anno la filiale ticinese di Bioggio chiuderà i battenti per delocalizzare la produzione in Messico. Una decisione presa dalla casa madre, l’americana Carlisle Interconnect Technologies. Per questo motivo aveva inviato diverse persone dal latinoamerica affinché cominciassero a studiare il mondo delle componenti elettroniche destinate all'industria aeronautica e medicale prodotte a Bioggio.

Ma il direttore Conti assicura: “Non c'era alcuna intenzione di violare la legge. Tuttavia, capisco che la legge non ammette ignoranza e probabilmente non fa distinzione tra formazione delle persone e lavoro. Ed è questo in cui siamo incappati. Non sono entrati di nascosto, e non avevo intenzione di sfruttarli o sottopagarli, anche perché attualmente non sarebbero in grado di svolgere il lavoro, devono imparare. Senza girarci intorno, la mia colpa potrebbe essere stata quella di aver preso per buona la parola di chi mi ha fornito indicazioni”.

Intanto, oltre al direttore della Tri-Star, si è proceduto all’interrogatorio di 18 lavoratori messicani. In sede erano presenti anche un manager americano e alcuni manager messicani, che però al momento non sono stati interrogati. 

“Sono rammaricato, preoccupato, amareggiato - ha proseguito Conti al CdT - Ma confido nell'indagine che appurerà l'errore in buona fede. Anche se questo scivolone me lo porterò dietro anche in futuro”, ha concluso.

Rammarico condiviso dal sindaco di Bioggio Eolo Alberti che, sempre al CdT, si dice dispiaciuto per la delocalizzazione e per le persone che perderanno il lavoro. “La notizia della chiusura arriva in un momento agitato per il Comune, già alle prese con le sottovenienze di Kering, ma l’ammanco fiscale dato dalla partenza di Tri-Star non peggiorerà ulteriormente la situazione finanziaria comunale”, assicura Alberti. Piuttosto, il primo cittadino rileva, non senza amarezza, come si sia entrati in una sorta di tendenza negativa: "È la terza azienda a conduzione famigliare che negli ultimi anni lascia Bioggio poco dopo essere stata acquisita da una multinazionale americana". E il riferimento è alle aziende Kerr e TE Conncetivity, alle quali era toccata sorte analoga.  

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