"La difesa della Svizzera è stata affidata a un funzionario dell’Ufficio federale di giustizia che, tuttavia, aveva precedentemente manifestato interesse a diventare membro della stessa Corte europea dei diritti dell’uomo"
BERNA - “Alto tradimento! Il funzionario incaricato di difendere la Svizzera, è ora divenuto membro della CEDU”. Interrogazione bomba al Consiglio federale di Piero Marchesi, che torna sulla clamorosa sentenza che ha condannato la Svizzera. Il consigliere nazionale dell’UDC ricorda che secondo i giudici, la Svizzera non ha adottato misure sufficienti per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e riprende l’opinione dell’avvocato Tito Tettamanti pubblicata oggi sul Corriere del Ticino, definendola “una disamina sul caso degna di nota”.
Tettamanti, scrive Marchesi, “sostiene che quando si esamina il curriculum dei giudici, molti dei quali hanno militato e lavorato in passato per associazioni impegnate in ambiti riguardanti alla problematica del clima, ci si interroga sulla loro imparzialità. Un esempio è il giudice svizzero della Corte europea dei diritti dell’uomo, membro del Partito socialista, che apertamente sostiene la causa climatica e, senza eccezioni, condanna sempre la Svizzera. Le sue convinzioni sono da rispettare, ma è evidente che si tratta di un giudice di parte. Ciò solleva la domanda: come mai abbiamo un tribunale così chiaramente schierato su alcune questioni? La risposta risiede nell’abile attivismo di ONG e associazioni, che riescono a collocare giudici con sensibilità simili, sfruttando la disattenzione dei politici (i parlamentari del Consiglio d’Europa) che li nominano. La recente sentenza è quantomeno discutibile, soprattutto considerando che Greenpeace è rappresentata in questa causa da cittadine svizzere. La difesa della Svizzera è stata affidata a un funzionario dell’Ufficio federale di giustizia che, tuttavia, aveva precedentemente manifestato interesse a diventare membro della stessa Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU). Questo solleva interrogativi sulla sua imparzialità, considerando che è stato successivamente eletto rappresentante del Liechtenstein presso la CEDU”.
Marchesi pone dunque sei domande al Consiglio federale:
1. Ritiene corretto incaricare un funzionario di difendere la Svizzera che precedentemente aveva manifestato interesse a diventare membro della CEDU?
2. Ritiene che questo funzionario abbia svolto il suo incarico con diligenza e a tutela degli interessi della Svizzera?
3. Potrebbe non aver fatto il proprio compito con il desiderio di non urtare i futuri colleghi?
4. Come intende evitare di farsi nuovamente difendere da funzionari che operano contro gli interessi della Svizzera?
5. Intendere prendere provvedimenti contro questo funzionario?
6. Alla luce delle considerazioni esposte, come interpreta la sentenza della CEDU?