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19.01.2024 - 16:380
Aggiornamento: 28.01.2024 - 10:34

Rifare il passaporto, Italia vs Svizzera: 7 mesi contro 7 minuti. Il confronto di Stefano Piazza

Il giornalista racconta la sua esperienza in un articolo pubblicato su Panorama: "In previsione di un viaggio all’estero programmato per l'11 febbraio prossimo, l’11 gennaio scorso ho verificato la validità dei miei documenti e..."

di Stefano Piazza per Panorama.it

In previsione di un viaggio all’estero programmato per l'11 febbraio prossimo, l’11 gennaio scorso ho verificato la validità dei miei documenti, ossia il passaporto e la carta d'identità. Dato che la scadenza era fissata per il 23 luglio successivo, ho prontamente iniziato le procedure per il loro rinnovo. Alle 14.41 dell'11 gennaio, ho visitato il sito del Dipartimento federale di giustizia e polizia, inserito i miei dati e fissato un appuntamento presso l'Ufficio passaporti del Comune di Mendrisio. La conferma telematica indicava il 15 gennaio 2024 alle 11.15, come richiesto da me. In soli due minuti, alle 14.43, ho ricevuto l’e-mail di conferma dell'appuntamento.

Il 15 gennaio, alle 10.55, ho parcheggiato l'auto sotto il Comune e mi sono recato all'Ufficio passaporti, comunicando alla gentile impiegata: "Buongiorno, sono Stefano Piazza e ho un appuntamento per le 11.15". La funzionaria mi ha accolto, ho pagato 158 franchi per entrambi i documenti con carta di credito e successivamente sono stato invitato a posizionarmi davanti a un apparecchio fotografico, dove ho appoggiato gli indici di entrambe le mani per le foto e le impronte digitali.

Terminata questa procedura alle 11.06, ho confermato i miei dati e firmato con una penna digitale. Ho chiesto: "Quanto ci vorrà?" e la risposta è stata: "Circa una settimana, lo riceverà tramite raccomandata". Dopo aver ringraziato e salutato, sono tornato nella mia auto alle 11.07. Riflettendo mentre ero in macchina, ho apprezzato la fortuna di vivere in un paese come la Svizzera, dove tutto funziona. Non posso fare a meno di ringraziare i miei genitori, purtroppo scomparsi troppo presto, per essere venuti qui in cerca di fortuna alla fine degli anni '50. Il 18 gennaio 2024 alle 9.30, incrocio la postina che mi consegna due raccomandate contenenti il passaporto e la carta di identità. Sette minuti per rinnovare i documenti e 72 ore per riceverli – se non è un record, poco ci manca.

Il confronto con la vicina Italia è drammatico, come evidenziato in un articolo di Altroconsumo.it del 30 novembre scorso. «Si segnala che in alcune città italiane come Bologna, Genova, Milano, Pordenone, Potenza e Torino non è possibile trovare neanche un appuntamento in questura. A Venezia sono necessari dieci mesi, otto a Bolzano, sette a Cagliari. L'Italia è tra i paesi più lenti e costosi d'Europa nel rilascio dei documenti. L'inchiesta mostra che la situazione è peggiorata rispetto a un anno fa».

Il lettore potrebbe obiettare che la Svizzera è più piccola, ma la differenza risiede nella semplice organizzazione, nell'uso efficace delle tecnologie e nella chiara volontà politica di far funzionare le cose – un principio che la Svizzera applica in ogni settore, incluso quello della sanità, che funziona rapidamente ed efficientemente.

Non intendo denigrare l'Italia, un paese che amo molto e dove lavoro, ma solo evidenziare che le cose possono funzionare bene se c'è la volontà di farlo. Infine, essendo binazionale, la mia carta di identità italiana scadrà il 2 maggio pensavo di iniziare le pratiche per il rinnovo. Dopo 30 minuti di tentativi vani di collegarmi al sito del Consolato Generale d'Italia a Lugano, sono riuscito a raggiungere la pagina di prenotazione appuntamenti, ma la risposta è stata: «A causa dell'alto numero di richieste, non è possibile fissare un appuntamento».

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