"Non possiamo che unirci al già indignato coro di voci che si domandano come sia possibile che, tra la segnalazione all'amministratore apostolico e il coinvolgimento del Ministero pubblico, siano intercorsi tanti mesi"
LUGANO - L'Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori, si legge in una nota stampa odierna, "prende atto con preoccupazione della situazione che si è risolta in queste settimane con l’arresto di un prelato con un ruolo tutt’altro che secondario anche nell’ambito dell’insegnamento cantonale". Il riferimento è al caso di don Rolando Leo.
"Non possiamo che unirci al già indignato coro di voci che si domandano come sia possibile che, tra la segnalazione all'amministratore apostolico e il coinvolgimento del Ministero pubblico, siano intercorsi tanti mesi in cui le ipotesi di reato avrebbero potuto essere reiterate - si legge nella presa di posizione firmata dal presidente Giulio Micheli. L'episodio, già di per sé di estrema gravità, rende palese l’ennesimo privilegio di cui gode tuttora la Chiesa Cattolica nel nostro Cantone: quello di non dover ottemperare ad alcun immediato obbligo di segnalazione all’autorità giudiziaria una volta venuta a conoscenza di reati che coinvolgono suoi rappresentanti.
In questo senso, analogamente a quanto peraltro già previsto dalla Legge sull’ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti, rivendichiamo l'introduzione nella Legge sulla Chiesa Cattolica dell'obbligo di denuncia immediato all'autorità di perseguimento penale dei reati constatati da parte dell'autorità religiosa.
Ci auguriamo che lo sconcerto della pubblica opinione in merito a questa inammissibile dinamica – che si scontra col ruolo dello Stato e con il lavoro della magistratura – possa spingere la politica cantonale ad operare affinché i privilegi di cui ancora oggi gode la Chiesa cattolica possano essere superati. A tutela di istituzioni e cittadini".