Il gastronomo: "Questa iniziativa mi ricorda la legge che impedisce di cucinare da vive le aragoste"
Il popolo svizzero dovrà esprimersi sulla proposta di vietare l’importazione di foie gras, sia per le aziende sia per i privati. In sostanza, se l’iniziativa popolare verrà approvata, non si potrà più consumare fegato d’anatra e d’oca sulle tavole e nei ristoranti del nostro Paese. Dany Stauffacher, lei da gastronomo di grande esperienza, è favorevole o contrario al divieto, e perché?
"Sono sicuramente contrario. Primo perché non amo i divieti. Secondo perché il foie gras è un importante ingrediente della cucina internazionale. Questa iniziativa mi ricorda la legge che impedisce di cucinare da vive le aragoste: semplicemente ridicola, dal momento che non puoi controllarne l’efficacia".
La produzione di questa specialità passa da una pratica crudele verso gli animali. È ancora tollerabile, nel 2024, torturare oche e anatre per soddisfare un piacere gastronomico?
"Parlare di torture non corrisponde sempre agli attuali sistemi di allevamento e al riguardo, per quello che so, in Francia i controlli sono severi e ci sono diversi produttori che utilizzano sistemi alternativi all’alimentazione forzata".
I romandi sono sul piede di guerra perché temono che la maggioranza germanofona imponga il divieto. C’è dunque in atto anche una battaglia “culturale”. Secondo lei da che parte staranno i ticinesi? E il foie gras rischia, comunque, di scomparire dai menu dei ristoranti?
"Credo che per far votare una legge così drastica manchi totalmente un’informazione chiara ed equidistante sulle condizioni generali della questione, e il mio timore è che sarà semplicemente un voto di pancia. E sui ticinesi, difficile dirlo… Potremo stare dove vogliamo ma siamo in ogni caso troppo pochi per influenzare l’esito del voto".