Le sue statistiche sono da capogiro, ma la campionessa ticinese è un personaggio che fa discutere. Ecco un ritratto inedito della campionessa da parte del professore che la aiutò a preparare gli esami di maturità federale
di Luca Robertini - contributo de ilfederalista.ch
È durata poco più di un minuto la manche sotto il sole di Saalbach che ha definitivamente consegnato alla storia dello sci Lara Gut Behrami: un minuto infinito per chi, come noi, ha guardato la gara col fiato sospeso. Non si trattava di vincere, si trattava di non perdere: per dimostrare al mondo di essere la più grande sciatrice che il Ticino abbia mai avuto.
Mancava la seconda Coppa del Mondo Generale per eguagliare Michela Figini, e smentire la tesi dei numerosi nostalgici che da anni ritengono l’atleta di Comano non in grado di rivaleggiare in prestigio con la campionessa di Prato.
Ma ora non ci sono più dubbi. Il Ticino ha una nuova Regina. Vogliamo omaggiare, in poche righe, questa grande atleta di casa nostra. Iniziamo mettendo in luce due statistiche poco note, ma impressionanti.
Numeri da capogiro
Un dato che non lascia indifferenti è il primo posto assoluto occupato da Lara Gut-Behrami nella speciale classifica di “più grande sciatrice della storia in supergigante”. Una graduatoria che tiene conto, con peso differente, dei risultati ottenuti in tre diverse competizioni: Giochi Olimpici, Campionati Mondiali e Coppa del Mondo. Lara, da febbraio di quest’anno, precede, dall’alto dei suoi 79 punti, l’americana Lindsey Vonn (76.5 punti) e la tedesca Katja Seizinger (60.3 punti): e questo in virtù di un oro olimpico, di un oro, un argento e un bronzo iridati, quattro coppe di specialità e 22 vittorie.
Non da poco, inoltre, il quarto posto raggiunto ieri (17 marzo 2024) nella classifica delle atlete con “più risultati top 10 ottenuti in carriera”. In ben 196 occasioni, infatti, l’atleta di Comano ha tagliato il traguardo tra le prime dieci. Se sarà in grado di farlo altre due volte, raggiungerà sul podio l’austriaca Renate Götschl (198) e potrà verosimilmente guardare ancora verso l’alto con la speranza di scalare un ulteriore gradino: difficile sarà raggiungere al primo posto Mikaela Shiffrin (220), che è ancora in attività, ma più a portata sembra l’attuale secondo posto di Lindsey Vonn (214 top 10).
Tra campionessa ed eroina, un inspiegabile gap
Alla luce di questi numeri, è tutto sommato misterioso il motivo del poco entusiasmo che parte del pubblico ticinese e svizzero nutre per Lara. Se pensiamo a un personaggio come Pirmin Zurbriggen, per esempio, possiamo essere certi che su suolo nazionale non esista anima viva che abbia una parola dubitativa da spendere nei suoi confronti: è un eroe. Eppure, sebbene da quest’anno Lara abbia vinto più volte di lui (45 vittorie contro 40), una tale incondizionata stima non traspare.
Il motivo di questo distacco da parte del pubblico è imputabile a un giornalismo quasi crudele, che anziché tutelare una ragazza che a 17 anni si è trovata nell’occhio del ciclone mediatico, sembrava quasi volerne appannare l’immagine.
E così quando Lara decise di spostare il domicilio a Svitto, per godere di agevolazioni fiscali, si sollevò un gran polverone, mentre nulla si disse quando a farlo fu Roger Federer.
Che dire invece di quando, nel 2021, Lara si vide annullare le due gare di velocità che le avrebbero permesso di contendersi la Coppa del Mondo con Petra Vlhova: alla partenza dell’ultimo gigante stagionale, delusa, capì di non avere la determinazione per arrivare in fondo, e abbandonò la gara dopo due porte, andando a casa a capo chino senza passare dalle telecamere. La si tacciò di mancato rispetto, senza pensare all’amarezza che le frullava in testa. Ma come vedremo adesso, Lara non è come ce l’hanno sempre presentata.
L’umanità di Lara
“Io in realtà ho avuto l'impressione fin dall'inizio”, ci dice Maurizio Balestra, che fu suo docente in storia al Collegio Papio di Ascona dal 2012 al 2014, “di avere di fronte una ragazza molto cordiale nel rapporto umano, spiritosa e caratterizzata da una grande vivacità. Devo riconoscere che era una persona molto intelligente. Lo si capiva da come poneva le domande e dall’impegno che metteva nell’organizzare il lavoro che l’attendeva”.
“Aveva una grande capacità di ascoltare, per esempio le indicazioni che le davo sul lavoro da svolgere. E questo”, continua, “dice molto della serietà e della volontà che aveva nell’impostare lo studio: conciliare un’attività sportiva così intensa con il lavoro molto impegnativo di preparare gli esami di maturità non è cosa facile. Ma lei sapeva sfruttare ogni momento che aveva a disposizione”. E il professore aggiunge: “Impressionava la sua autonomia. Di persona ci si vedeva due volte all’anno, il resto si faceva a distanza. Con lei non è stato necessario sentirsi spesso, data la capacità che aveva di assimilare informazioni e di lavorare secondo il programma che si era stabilito insieme.”
Non è dunque rimasto stupito, il professor Balestra, quando Lara “ha brillantemente ottenuto la maturità nel 2014”. Come mai dunque, gli chiediamo, è così spesso ritenuta una persona arrogante ? “Può forse essere legato al fatto che ha certamente una personalità forte”, ci dice il professore, “ed è possibile che qualche volta possa essere stata fraintesa. Qualcuno ha erroneamente ritenuto, in certe occasioni, il suo atteggiamento un po’ ‘altezzoso’, ma questo non corrisponde all’esperienza che personalmente ho avuto con lei”.
“Può anche succedere”, concede, “che l’opinione pubblica rimanga inizialmente un po’ in superficie senza approfondire l’umanità della persona, per poi giungere frettolosamente a questo tipo di giudizi spregiativi”.
“L’atteggiamento presuntuoso”, ci dice, “non era affatto una sua caratteristica: lei ascoltava, seguiva le indicazioni, chiedeva e imparava, molto umilmente. Con una coscienza dell’importanza dello studio”.
“È inoltre una persona”, conclude Balestra, “che è stata capace di non esaurirsi nell’attività sportiva senza coltivare le altre dimensioni dell'umano (la famiglia, le amicizie). È maturata durante il suo cammino, umano e sportivo”.
Diamo dunque a Lara quel che è di Lara, per la campionessa che è, senza sentirci in obbligo, ogni volta, di aggiungere un “ma” che getta un’ombra su una personalità che forse pochi, anche tra i colleghi, conoscono. Noi ci limitiamo alla riconoscenza: Grazie Lara per tutti i brividi e le consolazioni sportive che ci hai regalato!