Il presidente della CPIL si dice tranquillo e anche dopo la partenza di Marco Chiesa "il lavoro prosegue senza problemi". E ancora: "Le mie dimissioni? Non le ha ancora chieste nessuno in commissione"
BELLINZONA - Che la consigliera di Stato dovesse essere sentita dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulla Logistica (CPIL) "l'ho letto con sorpresa questa mattina. Era un'informazione riservata, ma ormai non mi arrabbio più. Ma è il segno che, nonostante si sia ormai in meno, c'è sempre chi parla". Parola di Carlo Luigi Caimi che, dopo i giorni di fuoco seguiti alla notizia che a segnalare Sergio Savoia al Ministero pubblico per violazione del segreto fu proprio il presidente della CPIL, definisce tranquillo il clima.
Intervistato dal Corriere del Ticino, Caimi anche dopo la partenza di Marco Chiesa dalla commissione sembra essere tranquillo: "Il lavoro prosegue senza problemi. Ho assunto un incarico e andrò fino in fondo - dichiara Caimi - Ma c'è una cosa che non riesco a capire perché il vostro giornale nell'edizione di ieri si chiedeva come sarà il clima a Palazzo delle Orsoline? Che necessità c'è di porre questi interrogativi? Le nostre riunioni sono sempre state all'inse gna di un clima cordiale e collaborativo. Al nostro interno, salvo le questioni note e tra pelate, si lavora benissimo. Non riesco a capire. Si fa passare un messaggio che non rappresenta la realtà".
Per Carlo luigi Caimi anche in quattro non cambia nulla: "Nel nostro gremio c'è sempre stata la libertà di fare ed esprimersi come ognuno credeva meglio. Due persone hanno rinunciato e mi spiace. Ma l'hanno fatto spontaneamente. Il metodo di lavoro non cambia". E sulle dimissioni chieste dalla Lega risponde: "Lo so bene. Ma sono cose che si ripetono fino alla noia. Le lancia il Mattino della domenica, ma poi nessuno se ne fa real mente interprete. Cose che lasciano il tem po che trovano (...) nessuno le ha mai chieste all'interno della Commissione. È una situazione surreale".
E sulla segnalazione di Sergio Savoia Caimi afferma che "A questo riguardo non ho nulla da dire. È tutto nelle mani del procuratore pubblico Andrea Pagani" e alla domanda se tra i quattro commissari la questione è stata affrontata, il presidente della CPIL dice: "No. Quando ho detto che chi doveva sa pere sa, non parlavo a vanvera. Non è sem pre necessario che tutti sappiano tutto. Mi spiace che questo discorso torni sempre d'attualità. Ma ci penseranno altri".