Il capogruppo del PPD annuncia il lancio di un'iniziativa cantonale da mandare alle Camere Federali: "La recente sentenza sul caso di Arbedo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso"
BELLINZONA - "Adesso basta, sono stufo nero!". Gli ultimi casi di cronaca giudiziaria legati alla pedofilia hanno suscitato parecchia indignazione del nostro Cantone. Una reazione condivisa anche da Fiorenzo Dadò che ha deciso di intervenire con un atto concreto: un'iniziativa cantonale da votare in Gran Consiglio e da spedire a Berna alle Camere Federali.
La richiesta è semplice: per chi è condannato per pedofilia niente pene con la condizionale. Naturalmente, questo genere di iter, è molto complesso e le possibilità di ottenere qualcosa di concreto non sono molte. Il capogruppo PPD è il primo ad esserne cosciente: "Ma – dice – è sempre meglio di non far nulla. Almeno obbligheremo il Parlamento federale a chinarsi ancora una volta sulla questione. Sono reati troppo gravi questi e quindi vale la pena insistere affinché le cose cambino".
"La recente sentenza sul caso di Arbedo – spiega Dadò – è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma non è stato l'unico episodio che ci ha spinto ad agire. Il Ticino è stato toccato da casi pesantissimi di pedofilia negli ultimi anni. Il nostro margine di manovra come Gran Consiglio è minimo, l'unica cosa che possiamo fare è mandare un'iniziativa alle Camere federali. E lo faremo. Perché, alla fine, noi riteniamo inammissibile che in un Paese civilizzato come coma la Svizzera si possa ottenere la condizionale per i casi di pedofilia".
A Berna è da anni che se ne discute ma in concreto non si è visto ancora nulla. Per il capogruppo PPD la soluzione sarebbe semplice: "Un pedofilo conclamato o recidivo non dovrebbe più entrare in contatto con la società. Dovrebbe essere messo in condizione di non nuocere. Punto e basta. Poi il metodo migliore che lo scelgano gli esperti. Di sicuro di questi pedofili conclamati io non ne ho mai visto guarire uno…".
Ma per Dadò non basta la legge per combattere la piaga della pedofilia. Bisogna investire di più sulla prevenzione. "Proprio in questi giorni – afferma il deputato - sto valutando che tipo di aiuto concreto viene fatto in Ticino da parte dello Stato. Le associazioni e le fondazioni che si occupano di questi temi ci sono, penso in particolare all'ASPI. Ma il Cantone deve fare di più. Occorrono più fondi. A mio avviso, ad esempio, bisognerebbe fare un'azione di prevenzione sistematica nelle scuole".