Acclamati i candidati Farinelli, Gaffuri, Maderni, Speziali e Vitta. I temi? Un diverso dialogo politico, il lavoro, la scuola, la digitalizzazione
BELLINZONA – Applausi per tutti e una lista confermata a furor di popolo. Parte oggi la campagna elettorale del PLR per il Consiglio di Stato, dove l’obiettivo è riprendersi il secondo seggio. E anche se non viene detto con chiarezza, si punta a quello del PS, a riavere il DECS. Tutti accennano a quanto stia scadendo il dibattito politico, a partire da Karin Valenzano Rossi che dal palco presenta i candidati, si parla di formazione, di numeri, di lavoro.
“La lista era pronta da fine agosto, era una nostra scommessa vedere fino a quando i nomi sarebbero rimasti segreti, e direi che è andata bene, ci sta che a un paio di giorni dal Comitato Cantonale escano”, sorride sornione Bixio Caprara (che, assieme a Michele Morisoli, non è mai stati fra i papabili, come ha spiegato lo stesso Morisoli).
A ogni candidato è stato chiesto di portare un oggetto che li rappresenti. Alex Farinelli ha scelto una foto di una festa del GLRT, simbolo della voglia di fare insieme, Sebastiano Gaffuri ha portato una piantina di castagno, che simboleggia “le possibilità che la terra ci dà di crescere e svilupparci”, un’emozionata Cristina Maderni un oggetto legato alla sua passione, l’equitazione, Alessandro Speziali un coltellino svizzero (“mostra l’affidabilità e il pragmatismo della Svizzera, sono fiero di essere svizzero”) e Christian Vitta un cristallo, simbolo di tenacia.
“Vedendo com’è la politica di questi tempi non era facile decidere di correre per il Consiglio di Stato, perché significa farlo per assumersi una grande responsabilità, che se ti viene data stravolge la tua vita, per servire il Cantone”, spiega Farinelli, chiarendo i dubbi sulla sua candidatura e rispondendo a qualche polemica estiva. “Siamo in un periodo dove la politica viene vista come litigiosa, senza idee e progetti, dove conta il valzer delle poltrone, mentre per me la politica con p maiuscola vuol dire idee, progetti e visioni per il Cantone ed anche realizzarli”. Le grandi sfide sono “digitalizzazione, formazione e lavoro. Due terzi dei ragazzi che ora stanno facendo un apprendistato si troveranno confrontati con professioni che non esistono, cambieranno 10-15 volte posto di lavoro, siamo di fronte a un cambiamento epocale. Viviamo la transizione tra un periodo storico con stabilità, ora servono capacità di adattarsi e di reinventarsi. I politici devono dare risposte all’insicurezza”.
Sebastiano Gaffuri ha detto di “aver beneficiato delle possibilità offerte dalla mia terra, e vorrei restituire qualcosa. Non ho mai sgomitato per un posto sotto i riflettori, credo nella politica come passione, esercitata con umiltà, rigore e serietà. Nei progetti in cui sono stato coinvolto mi sono battuto affinchè prevalesse l’interesse comune, messo a rischio in una società individualizzata. La vita in valle mi mostra che l’attitudine ad ascoltare, la prossimità hanno ancora un valore. Occorre essere propensi al dialogo, la popolazione deve tornare ad avere punti di riferimento a cui sottoporre problemi e preoccupazioni. Vogliamo un Cantone proiettato al futuro, ma che sappia anche porre la mano a chi non riesce a tenere il ritmo”. Il tema forte anche per lui è la formazione.
Cristina Maderni rappresenta il nome nuovo e la parte economica. “Affronto la vita col coraggio di una donna ticinese che accetta la sfida politica con passione. Mi sento responsabile verso tutti voi, verso chi mi ha cercata e convinta, verso chi ha proposto la mia candidatura e verso la comunità ticinese, come del mio cavallo. La politica deve incontrare e dialogare le associazioni. Proprio la vita associativa (è presidente della Federazione Ticinese delle Associazioni di Fiduciari e Vice Presidente dell’Ufficio Presidenziale della Camera di Commercio) mi ha avvicinato alla politica, la quale oggi mi offre una possibilità. Con piacere ho accettato la sfida, percependo la richiesta del mondo economico che mi è vicino”. È l’unica donna in lista, e si serve dell’equitazione per usare una metafora: “è l’unico sport in cui uomini e donne sono nella stessa categoria, e noi donne portiamo altrettanta qualità e la sensibilità che ci contraddistingue”. È (anche) questo ciò che vuole dare alla lista liberale.
Deciso anche Alessandro Speziali. “Mi candido perché negli ultimi anni qualcosa si è incrinato. La coesione sociale del Ticino è minacciata da crepe che si allargano e rischiano di diventare faglie. Il mondo economico fa fatica a spiegare all’uomo i suoi motivi, l’uomo non riconosce più il ruolo dell’imprenditore. Ogni giorno sentiamo discorsi più degni di Biscardi che di Franco Zorzi. E dunque vi sono fasce della popolazione che si disinteressano della politica. Il ruolo che sogno per me è quello di collegamento fra gruppi di cittadini che si stanno sempre più allontanando. Riprendiamo a usare il senso critico per migliorare la nostra società, non come un manganello da usare contro gli altri partiti”. Come Farinelli, parla di un mondo che sta cambiando. “Come sostenitori dell’eco ci concentriamo sulle opportunità della digitalizzazione, ma come politici non siamo ciechi di fronte alle insicurezze. Voltiamoci anche verso chi non ce la fa a tenere il passo. Non bastano le statistiche, esse sono una verità ma di verità ce ne sono anche altre. Voglio riempire la loro freddezza col calore umano”. E lancia un messaggio al PS: “la scuola ticinese è ancora liberale-radicale, dobbiamo riaprire il cantiere sul tema, con inclusione e competitività. Il secondo seggio ce lo guadagneremo se lavoreremo tutti insieme”.
“Mi piacerebbe avere una spalla nel Governo, due meglio che uno, diamoci da fare!”, esorta anche Christian Vitta, lanciando l’operazione raddoppio. Ha parlato dei suoi primi quattro anni, caratterizzati da tanto entusiasmo e da progettualità. “In concreto sono due gli ambiti prioritari su cui ho lavorato: il riequilibrio delle finanze e il lavoro. L’equilirio finanziario è stato raggiunto dopo importanti sforzi, ora abbiamo fondamenta più solide su cui costruire il futuro del Cantone. Un altro grande capitolo è quello del lavoro: interessa direttamente dignità, sensibilità e emotività delle persone. Molto si è fatto e molto si sta facendo per inserire i disoccupati, incrementando le possibilità di reinserimento. I dati mostrano cose positive: ma non ci sono solo i semplici numeri, essi devono essere percepiti e sentiti, riportando fiducia per affrontare momenti difficili. Ogni disoccupato e ogni storia di disagio è una di troppo. Servono interventi mirati, stiamo lavorando per avere ulteriori 3 milioni annui da utilizzare per il mondo del lavoro. Gli atteggiamenti polemici e disfattisti come quelli che caratterizzano oggi il clima politico portano sfiducia e rassegnazione, bisogna voltare pagina. Il Ticino e i ticinesi meritano un cantone in cui ci sia spazio per la crescita e lo sviluppo equilibrati. Credo che dialogo e capacità di ascolto debbano costituire i pilastri della politica”.
E sono applausi. “Abbiamo l’umile ambizione di mettere a disposizione valori di fondamentale importanza per il futuro del nostro paese quali la libertà, la coesione e il progresso e lo facciamo perché mettiamo a disposizione persone di grande qualità, indispensabili per una politica cantonale diversa e per un metodo di lavoro funzionale alla democrazia liberale a garanzia della crescita del benessere dei ticinesi”, sono state le parole del presidente Bixio Caprara. La sfida per il secondo seggio è partita.