Continua il botta e risposta sul miliardo di coesione, tra la Lega e il Consigliere agli Stati: "Dobbiamo avere il coraggio di dire ai cittadini che la Svizzera rischia una guerra commerciale"
LUGANO - Il weekend politico in Ticino è stato scandito dalla polemica tra UDC e Lega contro Filippo Lombardi. Dopo le schermaglie di sabato, con il botta e risposta tra i due partiti e il senatore PPD, domenica è arrivato il carico da novanta con la prima pagina del Mattino.
Al centro della disputa c’è il voto, decisivo, di Lombardi nella Commissione esteri degli Stati che ha sbloccato il miliardo di coesione che la Svizzera verserà all’Unione Europeo. “E’ evidente - ha attaccato ieri il foglio leghista - che la scellerata performance dell’EuroPippone avrà conseguenze drammatiche non solo per lui (vedremo se, tra meno di un anno, gli elettori ticinesi saranno disposti a confermargli per l’ennesima volta l’ormai ventennale cadregone bernese) ma anche per il suo partito, il PPD! Già gli uregiatti ticinesi sono messi male: dopo questa catastrofica cappellata del loro Senatore, il seggio in governicchio traballa sul serio! Il Beltra(sempre meno)sereno ringrazia commosso il collega di partito!”.
Un attacco durissimo a cui Lombardi ha replicato in un lungo articolo apparso oggi sul Corriere del Ticino: “Se c’è una «fifa blu» che un politico ticinese deve avere, è quella di osare esprimere un’opinione diversa da Quadri e dal suo domenicale. E se un politico svizzero può avere una «fifa blu» è solo se ardisce divergere leggermente dal pensiero unico che l’UDC sta imponendo a tutto il Paese. L’immediata distruzione politica del malcapitato è infatti assicurata, tramite domenicale ticinese o tramite «Blick» e consorti oltralpe”.
“La verità - aggiunge Lombardi - è che dobbiamo avere il coraggio di dire ai nostri concittadini (che ci eleggono per lavorare duramente per il bene del Paese, non per evitare pavidamente gli attacchi del «Mattino») è che la Svizzera è sotto pressione come non mai, e deve essere più unita che mai per resistere a questa pressione. Proprio chi a priori rifiuta di ragionare sui fatti oggettivi e preferisce martellare gli altri sperando di guadagnare qualche misero voto addizionale, tradisce il suo compito di rappresentante del popolo svizzero chiamato a fare gli interessi del Paese tutto”.
Secondo il senatore PPD, infatti, a causa delle politiche di Donald Trump, la Svizzera rischia di essere coinvolta in una guerra commerciale. Ipotesi da scongiurare in ogni modo, argomenta Lombardi, elencando una serie di sfide che il nostro Paese dovrà affrontare nei prossimi mesi: dall’accordo quadro con l’UE, all’equivalenza della nostra Borsa con quelle europee entro la fine dell’anno.
Sfide, chiosa Lombardi sul CdT, “che dobbiamo insieme risolvere per non mettere in grave pericolo i nostri rapporti economici con l’Unione europea. Non c’è chi non veda come il «contributo di coesione» in questo contesto giochi un ruolo minore, potendo tutt’al più oliare un po’ il meccanismo o, al contrario, «gripparlo» del tutto”.
“Ho già ricordato - conclude Lombardi - che è illusorio pensare che siamo forti perché importiamo dall’UE un po’ più di quanto vi esportiamo. La verità, in caso di tensioni, è un’altra: noi esportiamo oltre 3.500 franchi l’anno pro capite verso l’UE, gli europei esportano verso la Svizzera poco più di 200 franchi l’anno pro capite. Una guerra commerciale – come oggi purtroppo diventato di moda grazie a Trump – ci vede in posizione di oggettiva debolezza, non di forza. Se poi invece di far fronte comune ci dividiamo per beghe partitiche e bassi interessi elettorali, siamo sicuramente destinati a perderla!”