Il presidente socialista riflette sul vento xenofobo in Europa e nel nostro Cantone: "In Ticino si giustificano fatti inauditi, come la promozione a sergente maggiore di un agente condannato per istigazione all'odio razziale"
BELLINZONA – “Soffia un vento forte. Un vento assassino, bagnato nel sangue della storia, batte le strade del mondo e dell’Europa. Dalla vicina Italia si è spinto alle porte di casa nostra”. Inizia così la riflessione del presidente del Partito Socialista Igor Righini pubblicata oggi sulla pagine de La Regione.
Righini analizza il vento xenofobo europeo, ma parla anche del nostro Cantone e di come queste “forze lasciano morire in mare migliaia di poveri disperati, mentre condannano le organizzazioni non governative impedendo loro di salvare vite”.
Il presidente del Ps non le manda a dire a nessuno. Ne ha per tutti: partendo da Marcello Foa. L’ex amministratore delegato del gruppo Cdt, secondo Righini, “banalizza questo sfascio sociale con uno sconcertante “macché razzismo vogliamo solo essere padroni a casa nostra”.
“In Ticino – sostiene Righini – si giustificano fatti inauditi, come la promozione a sergente maggiore di un agente condannato per istigazione all’odio razziale”.
È poi il turno della Consigliera nazionale e vicesindaco di Chiasso Roberta Pantani che “non esita ad attaccare due bambini, rei secondo lei di essere neri, per prendersela con un prete”.
E ancora bordate. Questa volta all’indirizzo di Lorenzo Quadri. “Aizza – continua Igor Righini – quotidianamente all’odio razziale e difende la collega, come se questo fosse il mandato affidatogli dai cittadini per il quale riceve oltre 230mila franchi all’anno”.
“Volano – conclude Righi nella riflessione – parole atroci, infettano le menti, si caricano di odio, legittimando frasi un tempo indicibili. “Ci vorrebbe un altro Hitler”, mi dice un tizio al bar. Ci vorrebbe? Basta guardarsi attorno per capire che già ne abbiamo in quantità”.