Il fondatore del Guastafeste lancia una petizione per aggiornare i diritti popolari. Ecco scopo e motivazioni
BELLINZONA - Raccogliere per via elettronica le firme per referendum e iniziative. È questa l’ultima idea lanciata da Giorgio Ghiringhelli, nella sua eterna battaglia a favore dei diritti popolari. Per portare la proposta nell’arena politica, il fondatore del Guastafeste, ha lanciato una petizione.
“Nell’edizione del 26 gennaio 2019 - scrive Ghiringhelli - il Corriere del Ticino ha pubblicato un’intervista a Nicolas A. Rimoldi, vicepresidente dei Giovani liberali-radicali di Lucerna , il quale fa parte del Comitato che intende lanciare a metà febbraio un’iniziativa popolare federale per chiedere che il voto elettronico ( e-voting) per votazioni e elezioni venga proibito finché non sarà protetto dalle manipolazioni almeno tanto quanto il voto tradizionale. Mi ha colpito in particolare la sua seguente affermazione : “Si continua a pensare che il voto elettronico sia importante per i giovani, per la loro mobilitazione, per lo sviluppo della democrazia. Ma questo è sbagliato. Per la democrazia sarebbe importante, una rivoluzione, l’introduzione della raccolta elettronica di firme”. Nella mia veste di promotore e copromotore di una quindicina di iniziative popolari e di referendum a livello comunale, cantonale e federale non posso che concordare con questa affermazione”.
“Così come è stato introdotto il voto per corrispondenza e come si vorrebbe introdurre il voto elettronico allo scopo di favorire la partecipazione dei cittadini al voto - prosegue il Ghiro - perché non andare incontro anche alle esigenze dei promotori di iniziative e referendum modernizzando la tecnica di raccolta delle firme ? Una simile innovazione giustificherebbe di mantenere l’attuale elevato numero di firme senza allungare i tempi di raccolta delle stesse, come chiedono gli avversari di qualsiasi anche pur minima agevolazione delle restrittive regole attuali. E allo stesso tempo renderebbe più accessibile ai comuni cittadini l’esercizio dei loro diritti popolari, diminuendo notevolmente i costi (oggi in gran parte destinati al pagamento dei raccoglitori di firme e alla stampa e spedizione di formulari ) e semplificando le operazioni di convalida delle firme ( a vantaggio anche degli uffici comunali preposti alla vidimazione delle firme). In una parola si tratterebbe di modernizzare la nostra democrazia diretta, così come si sta facendo nei settori delle finanze, dell’economia , dell’amministrazione e dei vari servizi”.
Per questi motivi, attraverso la petizione, si chiede al Consiglio di Stato “di incaricare qualche specialista di presentare delle proposte atte a introdurre nel nostro Cantone (limitatamente alle iniziative ed ai referendum lanciati a livello cantonale) un sistema di raccolta elettronica delle firme centralizzato a livello cantonale , mantenendo parallelamente il sistema di raccolta tradizionale per quei cittadini che non disponessero di un collegamento a internet”.