In una mozione che ha Sergio Morisoli come primo firmatario, l'UDC chiede: "che le ditte che attuano l'anticostituzionale preferenza straniera vengano immediatamente richiamate, monitorate e sanzionate"
BELLINZONA – “Basta annunci di lavoro per soli frontalieri”. È questo il titolo di uno degli atti parlamentari presentati nel pomeriggio dal gruppo parlamentare UDC. Nella mozione che ha Sergio Morisoli come primo firmatario, l’UDC chiede al Consiglio di Stato di intervenire e immediatamente per frenare gli annunci di lavoro rivolti solo ai lavoratori provenienti da oltre confine.
Ecco il testo dell’atto parlamentare:
“Sotto la nota marginale “mandato alle autorità e lotta contro il dumping salariale”, l’art. 50 della Costituzione della Repubblica e Cantone Ticino del 14.12.1997, conferisce al Consiglio di Stato il mandato di intervenire direttamente per evitare “la sostituzione della manodopera indigena con quella straniera (effetto di sostituzione) e la corsa al ribalzo dei salari (dumping salariale)”.
Questo mandato è esplicitato dall’art. 4 della nostra Costituzione cantonale che obbliga il Consiglio di Stato, a vigilare affinché i trattati internazionali “siano applicati senza ledere i diritti individuali e sociali di chi vive sul nostro territorio“.
Parimenti l’art. 14 cpv. 1 della Costituzione cantonale impone al Consiglio di Stato di provvedere “affinché sul mercato del lavoro venga privilegiato a pari qualifiche professionali chi vive sul territorio per rapporto a chi proviene dall’estero (attuazione del principio della preferenza agli svizzeri)”.
Da diversi mesi a questa parte, appaiono sui media annunci di lavoro promossi da ditte stabilite sul territorio del Cantone Ticino intesi ad assumere esclusivamente lavoratori frontalieri a discapito dei lavoratori residenti sul nostro territorio, che vengono di fatto scartati e discriminati.
Queste ditte sostituiscono il principio della preferenza indigena, con l’illegale principio della preferenza agli stranieri domiciliati all’estero (frontalieri).
Si tratta di una palese e grave violazione dell’ordine costituzionale del nostro Paese che deve immediatamente essere sanzionata.
Questo modo di agire di alcune aziende operanti in Ticino provoca l’esclusione dei lavoratori residenti dal mercato del lavoro, un aumento importante dei costi relativi alla disoccupazione e l’assistenza e una generale ma ingiusta avversione della popolazione all’economia, anche verso quelle aziende che invece hanno una spiccata responsabilità sociale e che già oggi applicano spontaneamente la preferenza indigena.
Per questi motivi, i sottoscritti deputati chiedono al Consiglio di Stato di intervenire direttamente e immediatamente in virtù del mandato diretto ricevuto dall’art. 50 della Costituzione cantonale affinché:
- Le ditte che attuano l’anticostituzionale preferenza straniera vengano immediatamente richiamate, monitorate, sanzionate, e in caso di reiterazione messe all’indice;
-Le ditte che applicano l’anticostituzionale preferenza straniera vengano tassate con un contributo di sostituzione destinato a coprire i costi sociali che cagionano, quali quelli della disoccupazione e assistenza dei lavoratori residenti
- Di intervenire già fin d’ora contro le seguenti ditte che nel recente passato hanno pubblicato anticostituzionali annunci di ricerca del personale applicando il principio della preferenza straniera.”