L'ex vicesindaco dice la sua sulla crisi dello scalo e e ne tratteggia un possibile futuro fissando alcuni paletti. Ecco quali
LUGANO - “Un fuoriclasse è pronto a intervenire per tenere in vita l’aeroporto”. Lo scrive stamane Giovanna Masoni Brenni in un intervento pubblicato sul Corriere del Ticino. L’ex vicesindaco di Lugano, per fuoriclasse, intende una personalità dell’economia privata che potrebbe scendere in campo a patto che sul futuro dello scalo di Agno vi sia “chiarezza, fatti e concretezza” e non più “confusione, illusioni e parole”.
“Gli Esecutivi di Città e Cantone - premette l’esponente del PLR nel suo ragionamento - hanno espresso la volontà di mantenere in vita l’aeroporto, quale importante infrastruttura cantonale. Giusto. Ma le risorse pubbliche, proprio perché tali e perché dipendenti dal necessario consenso politico, devono essere destinate in modo mirato e convincente: non per spese e investimenti non commisurati alla situazione di oggi e a quella prevedibile a breve-medio termine; sì invece per chiudere, pur con rammarico, quella parte di attività che oggi non ha un presente né un futuro e per attuare il dovuto piano sociale per il personale disperato e sfortunato”.
“Quale può essere in tutto questo il ruolo dei privati? - si chiede Giovanna Masoni nel suo intervento sul CdT, e così risponde - Nei messaggi presentati ai due Parlamenti di Lugano e del Cantone i privati non hanno alcun ruolo, malgrado l’aviazione generale (privata, non di linea) porti ricavi di rilievo. Il tutto è rinviato a un indefinito futuro. Eppure oggi ve ne sono di privati che sarebbero disposti a continuare, con l’ente pubblico, l’aviazione generale, anche per tenere in vita l’aeroporto. Tenerlo in vita, seppur a regime ridotto, per i prossimi 3-5 anni. (…) Vi sono privati che, tenendo in vita l’aeroporto - realisticamente per ora limitatamente all’aviazione generale - , con un azionariato misto, privato-pubblico, e una gestione privata, aiuterebbero anche a tenere aperta la possibilità - magari in modo diverso, con altri aerei più piccoli, più moderni, ecologici - di collegare un giorno in futuro anche Ginevra e altre destinazioni. Passo dopo passo, però, secondo la gamba”.
“È importante - conclude l’ex vicesindaco - non lasciar sparire l’aeroporto, e con esso anche Lugano e la Svizzera italiana, da molte carte importanti per il nostro Paese: la carta della sicurezza (salvezza) per emergenze medico-sanitarie (100-200 voli ambulanza e rimpatri all’anno da/per Agno, spesso per salvare vite umane); la carta delle aziende e quella del turismo; quella della capitale federale e dei voli di Stato. Infine, importante non lasciar sparire l’aeroporto, Lugano e la Svizzera italiana, dalla carta di contribuenti che qui vivono da sempre o sono venuti o vengono a viverci e per ciò utilizzano l’aeroporto e pagano imposte (spesso anche importanti). Privati che questo territorio hanno imparato ad apprezzarlo davvero, e sono per questo anche disposti ad aiutare per evitare faccia passi indietro. Ma occorre chiarezza. Solo così forse un giorno riavremo anche una piccola linea. Linea che, oggi, non c’è (più)”.