Lo chiede il deputato UDC Tiziano Galeazzi al Governo. "Per quali ragioni lo studio non è stato commissionato a personalità riconosciute e domiciliate in Ticino?"
BELLINZONA – Tiziano Galeazzi – a nome dell’intero gruppo UDC – interroga il Consiglio di Stato in merito allo studio commissionato dal Governo per capire l’impatto giuridico di un eventuale disdetta dell’accordo sulla fiscalità dei frontalieri in vigore dal 1974.
“La SUPSI – chiede Galeazzi – non era in grado di farlo?. Che si debba iniziare a studiare altre ipotesi al di fuori dell’accordo è comprensibile, dato che per cinque anni l’Italia non abbia mai preso seriamente in considerazione la firma del nuovo accordo sui frontalieri parafato nel dicembre del 2015 e basato sulla roadmap, firmata dai due Governi nel febbraio dello stesso anno, che andava pure a regolare la possibilità per gli istituti finanziari svizzeri di poter operare sul mercato italiano. Questo mancato accordo è già stato oggetto da parte dell’UDC e della Lega dei Ticinesi di vari atti parlamentari sul congelamento dei ristorni da parte del Cantone Ticino da versare all’Italia. Una mia ultima mozione nr 1452 risale al 10 dicembre 2019”.
“Tuttavia, l’oggtto di questa interrogazione non è lo studio in sé, bensì a chi è stato conferito; l’Università di Lucerna. Pur essendo un istituto rispettato e rispettabile, infatti, si tratta di un ente fuori Cantone pertanto stupisce la mancata assegnazione dello studio all’ateneo ticinese, che dispone di personalità competenti e riconosciute, così come di un Centro competenze tributarie, parte proprio della SUPSI. Quest’ultima che percepisce sostanziosi contributi finanziari dal Cantone Ticino, che forma personale e che per anni a trattato il dossier in questione”.
Ecco le domande sottoposte al Governo: