L'ex Gran Consigliere del PLR: "Come farebbe il nostro Cantone a sopravvivere senza lavoratori UE negli ospedali, case anziani, imprese e fabbriche?"
LUGANO - “Un ardito parallelo, ma non troppo”. Di cosa stiamo parlando? Dei gravi danni economici che sta provocando il coronavirus e di quelli che potrebbe provocare la fine della libera circolazona tra Svizzera e Unione Eurorpea. Per il nostro Paese, secondo Sandro Lombardi, sarebbe una sorta di doppia quarantena, che i cittadini dovrebbero evitare respingendo l'iniziativa UDC in votazione il prossimo 17 maggio.
L’ex deputato del PLR lo scrive stamane sul Corriere del Ticino: “Ci sono persone influenti politicamente, anche e soprattutto nel nostro cantone - scrive - che hanno propugnato nei giorni scorsi soluzioni che danno per scontato che non si soffrirebbe affatto se impedissimo (come prova generale di una probabile approvazione del quesito popolare in votazione nel maggio prossimo) la libera circolazione (incidentalmente e generalmente virale) di stranieri occupati sul nostro territorio, frontalieri e no".
“Come faccia oggi il nostro Cantone, volendosi limitare a quello - argomenta l’ex direttore di AITI - a far sopravvivere ospedali, case anziani, imprese artigiane, fabbriche, senza i lavoratori stranieri di provenienza UE, non dovrebbe essere difficile comprenderlo. Per il virus di cui ci si preoccupa in questi tempi, certamente, ma allo stesso modo se non fosse più possibile fruirne, più o meno liberamente, in futuro. In termini economici e sociali non vedo differenze sostanziali fra i due apparentemente diversi casi. È, o dovrebbe essere, fuori di dubbio che l’economia cantonale (e conseguentemente i suoi derivati sociali) è ingigantita o addirittura sovradimensionata se si considerano le sole persone residenti sul nostro territorio. C’è voluto tutto il tempo trascorso dal secondo dopoguerra per arrivare ai dati numerici che il nostro cantone produce oggi. Numero di stranieri impiegati, certamente, ma anche, bisognerebbe ricordarselo, per ricchezza prodotta, gettito fiscale, investimenti produttivi, infrastrutture, ospedali, scuole, università e più generalmente indotto di ogni tipo”.
“Se qualche libera coscienza - termina Lombardi il suo intervento sul CdT - anche solo per il soldo e non solo per gli aspetti più squisitamente ideali, si risvegliasse per tempo anche in Ticino, non dovremmo confidare, come spesso ci siamo abituati a fare, nella saggezza razionale dei votanti del resto della Svizzera. Con l’ausilio di qualche uomo o donna di intelletto vivace, magari non solo di matrice politica fuori corso come il sottoscritto, anche la signora Maria ed il signor Mario, da sempre il mio prototipo di votante tipo, potrebbero essere sostenuti nel debellare il prossimo 17 maggio quel virus, insano quanto quello influenzale che detta legge nelle nostre cronache attuali, di cui siamo portatori insani da ormai molto tempo”.