Il presidente dell'UDC di Lugano risponde all'ex deputato PLR: "La recisione dell'accordo con l'UE non equivarrebbe neanche lontanamente a uno stato di quarantena per il nostro Paese"
di Alain Bühler*
Me lo sentivo che sarebbe arrivato, ed eccolo qui, uno squallido tentativo di fare dei parallelismi tra tra la crisi del Coronavirus e il tema posto in votazione popolare il prossimo 17 maggio. Per inciso, l’iniziativa UDC per un’immigrazione moderata.
Ora, da persone che hanno calcato la scena politica per anni ci si aspetterebbe un po’ più di serietà quando prendono posizione su temi ben definiti, e non tragiche opinioni atte solo a gettare sabbia negli occhi degli elettori. L’iniziativa per la limitazione e la conseguente rescissione dell’accordo di libera circolazione non equivarrebbero neanche lontanamente a uno stato di quarantena per il nostro Paese. Lo dice la parola stessa “limitazione” oppure “immigrazione moderata”. Si tratta infatti di tornare, come abbiamo già fatto in passato, a gestire l’immigrazione secondo le nostre regole e non a quelle imposte da Bruxelles, o chicchessia. In questo modo potremo finalmente implementare tutte le misure necessarie atte a reintegrare nel mercato del lavoro quei lavoratori residenti che oggi ne sono esclusi a causa della concorrenza delle manodopera estera.
Nessuno stop, nessun muro e nessuna deportazione. Solo tanto buon senso dinanzi alle palesi difficoltà che stanno riscontrando i cittadini ticinesi nel mercato del lavoro indigeno. Un buon senso che, con ogni probabilità, manca a qualcuno quando, oltre a sfruttare un tema sensibile, fa uso di “pettegolezzi” per propinare visioni distorte della realtà. Mi riferisco alle fantomatiche voci che vedrebbero la stessa UDC contraria alla propria iniziativa.
Quella che ci viene presentata come “avversione” all'iniziativa da parte dei Consiglieri federali UDC, altro non è che il rispetto del principio di concordanza. Quel principio che impone ai Consiglieri federali di ossequiare le decisioni del collegio governativo e di difenderle dinanzi al Popolo svizzero.
Sorrido addirittura nello scrivere ciò, ma posso assicurare che l’UDC è assolutamente favorevole alla propria iniziativa, e ci mancherebbe altro. Siamo stati contrari sin dall'inizio a questo accordo e lo abbiamo ribadito a più riprese negli ultimi 19 anni, ora abbiamo finalmente la possibilità di mettere la parola fine. Fine a un accordo che ha fatto, sì, la ricchezza della grande economia, ma ha anche generato fin troppa povertà per una buona parte dei cittadini di questo Cantone.
*presidente UDC Lugano