Il presidente del PPD: "Ci sono imprenditori che hanno dato l’esempio, uno tra questi è Enrico Rossini, che ha una grossa ditta e ha chiuso tutto prima ancora delle disposizioni e senza farselo dire due volte. Ma..."
LOCARNO - “APPELLO AGLI IMPRENDITORI: PERCHÉ SFIDATE IL VIRUS? ASPETTATE CHE RISOLVA TUTTO LA PROVVIDENZA?”. È il titolo del durissimo post che il presidente del PPD, Fiorenzo Dadò, ha appena pubblicato su Facebook.
“C’è un’emergenza sanitaria, nei prossimi giorni capiterà l’inimmaginabile – scrive -.NON GIOCHIAMO CON LA VITA DELLE PERSONE. VOI SIETE L’ OSSATURA ECONOMICA DI QUESTO PAESE. ADESSO C’ È BISOGNO DEL VOSTRO ESEMPIO!”.
Il Governo, prosegue il presidente del PPD, “ha emanato delle disposizioni chiedendo a tutti di fare un sacrificio. Moltissimi piccoli medi imprenditori hanno ridotto all’osso la loro attività o addirittura l’hanno chiusa. Questo gli causerà un danno economico notevole e qualcuno purtroppo non riuscirà a “sopravvivere”. Di fatto ci sarà chi perderà quello che è riuscito a costruire in una vita di sacrifici. Andranno assolutamente aiutati! Ci saranno fallimenti e licenziamenti. Aspettiamoceli. Sarà un dramma per diverse persone, andranno aiutate in modo prioritario.
È pertanto deleterio ed eticamente non accettabile vedere che ci sono ancora dei cantieri (assolutamente non prioritari) ancora aperti. Ci sono anche dei cantieri sulle strade di proprietà del cantone che lavorano allegramente. È normale? Peggio del peggio ci sono anche dei cantieri sulle strade della confederazione ancora aperti. È normale?
Lo Stato deve immediatamente intervenire!
Ci sono imprenditori che hanno dato l’esempio, uno tra questi è Enrico Rossini, che ha una grossa ditta e ha chiuso tutto prima ancora delle disposizioni e senza farselo dire due volte. Ma come si può pensare che i “piccoli” diano l’esempio se i “grandi” fanno quello che vogliono?”
Noi e il nostro personale, nel nostro piccolo, cpnclude Dadò, “abbiamo cessato momentaneamente l’attività produttiva e ridotto all’osso, in particolare tramite telelavoro o lavoro in ambiente isolato, quelle prioritarie. Questo ci causerà dei danni, ne siamo consapevoli. La nostra attività non è una di quelle dove guadagni molto e fai grandi utili.
Produrre e Vendere riviste e libri non è come costruire e vendere appartamenti, oppure asfaltare strade.
Ma con mio fratello Luca vogliamo e dobbiamo anche noi fare la nostra parte, combattendo con il resto del Ticino contro questo maledetto virus.
Chiediamo però a tutti ( nessuno escluso) di fare seriamente la loro parte quindi la chiusura di tutti i cantieri e delle attività non impellenti che purtroppo si vedono ancora in giro.
Il cantone e la confederazione dovrebbero anch’essi imporre immediatamente la chiusura dei loro cantieri.
DIAMO L’ ESEMPIO”.