I due popolari democratici chiedono una valutazione del Governo, possibile grazie al fatto che alcuni datori di lavoro di fatto l'hanno applicata negli anni passati, sulla sua utilità. "Sino a allora si congelino i prelievi, anche quelli retroattivi"
BELLINZONA – In piena emergenza Coronavirus, è arrivata come un fulmine a ciel sereno la notizia che il Tribunale federale, “con un tempismo che si commenta da sé”, come osserva il PPD, avrebbe respinto diversi ricorsi relativi alla tassa di collegamento.
Una tassa che, si sa, ha avuto una storia lunga e travagliata, sino alla sospensione dell’applicazione nel 2016.
“Secondo le stime del Consiglio di Stato, dovrebbe generare un incasso annuo di circa 18 milioni di franchi, prelevati alle aziende in ragione di 3,50 fr. al giorno per ciascun posteggio dei propri dipendenti e ai centri commerciali in ragione di 1,50 fr. al giorno per ciascun posteggio dei clienti”, spiega il Partito Popolare Democratico in una mozione di Maurizio Agustoni e Fiorenzo Dadò.
“Diversi datori di lavoro avevano comunque prudenzialmente iniziato a prelevare la tassa dai loro dipendenti, mentre i centri commerciali non hanno ribaltato la tassa sulla clientela.
Premesso che le motivazioni delle decisioni del Tribunale federale non sono ancora note e potrebbero esservi delle indicazioni in merito, si pone ora la questione di sapere: (1) quando entrerà in vigore la tassa di collegamento e (2) se la tassa verrà prelevata retroattivamente (negli ultimi preventivi cantonali sono sempre stati indicati introiti per 18 milioni di franchi)”, si legge.
“Tenuto conto della fase drammatica che sta attraversando il nostro Cantone e che, anche una volta superata l’emergenza sanitaria, si ripercuoterà sulla nostra economia per mesi e anni, riteniamo che il Consiglio di Stato dovrebbe: (1) rinunciare al prelievo retroattivo della tassa di collegamento (per i lavoratori si tratta di ca. 900 franchi all’anno), nella misura in cui il Tribunale federale dovesse indicare nelle motivazione l’entrata in vigore a far tempo dal 1. agosto 2016; (2) congelare l’entrata in vigore della tassa di collegamento e (3) valutare se essa possa ancora essere considerato uno strumento utile e appropriato, ritenuto che il finanziamento del trasporto pubblico non è comunque in alcun modo in discussione”, chiedono.
“Considerato che molte aziende hanno di fatto introdotto la tassa di collegamento, provvedendo al relativo prelievo in capo ai dipendenti, è senz’altro possibile svolgere la valutazione prevista dalle legge e valutare quindi se, in questi 3 anni, la tassa di collegamento ha avuto un effetto benefico sulla mobilità”, proseguono i due, aggiungendo che “a mente di chi scrive, non è questo il momento di caricare i lavoratori e le aziende di imposte milionarie; anzi, al Cantone si chiede di adottare qualsiasi misura che sia di sostegno alla difficile situazione in cui molti si troveranno e si troveranno per ancora diverso tempo”.
Ma una prima impressione Agustoni e Dadò se la sono fatta e dice che “la tassa di collegamento non abbia avuto effetti apprezzabili per la mobilità per cui sarebbe un mero balzello; una sua abrogazione appare quindi verosimilmente inevitabile”.
Dunque, “ciò premesso, si chiede al Consiglio di Stato di presentare il rapporto riguarda gli effetti (parziali) della tassa di collegamento, rinunciando al prelievo retroattivo dell’imposta di collegamento per gli anni scorsi e congelando ogni ulteriore prelievo fino alla decisione del Gran Consiglio in merito al rapporto di valutazione”.