Vertice a Ligornetto tra il ministro degli esteri svizzero e quello italiano. Gobbi attacca sull'accordo fiscale dei frontalieri. Ma dal vertice solo buoni propositi....
LIGORNETTO - Luigi Di Maio è atterrato puntuale nella tarda mattinata all’aeroporto di Agno. Il Ministro degli esteri italiano si è quindi recato alla dogana di Chiasso Brogeda, dove ad accoglierlo c’era il Consigliere Federale Ignazio Cassis. Tanti sorrisi, seppur coperti dalla mascherina, parole d’amicizia (“che bello incontrarci di persona, finalmente) e colpi di gomito: il saluto che sostituisce la stretta di mano nell’era del Covid19.
Dopo aver reso omaggio alle Guardie di confine e alla Guardia di Finanza per il difficile lavoro svolto durante i molti giorni in cui la frontiera tra i due Paesi è stata chiusa, le delegazioni italo svizzere si sono spostate al Museo Vela di Ligornetto, sede del bilaterale tra i due ministri.
A mettere un po’ di pepe sui convenevoli diplomatici, ci ha pensato Norman Gobbi. Accogliendo gli ospiti nella struttura museale, il presidente del Consiglio di Stato è andato dritto per dritto sulla questione che più sta a cuore al Ticino: il nuovo accordo fiscale dei frontalieri.
“La presenza di 65’000 frontalieri - ha detto Gobbi - comporta anche notevoli criticità in merito alla pressione sul mercato del lavoro locale in termini di dumping salariale, alla concorrenza sleale e al lavoro in nero, alla mobilità transfrontaliera e alla qualità dell’aria. L’accordo fiscale giace oramai inerte da oltre quattro anni in attesa della firma del governo italiano. Questo stallo è per il Canton Ticino incomprensibile e arreca un grave danno al potenziale di sviluppo della collaborazione tra i nostri territori: riteniamo perciò che sia giunto il tempo di onorare l’impegno preso con il parafo dell’accordo”.
“Faccio appello alla sua persona, signor Ministro - ha concluso Gobbi - affinché attraverso la firma a breve di un nuovo accordo fiscale tutti i lavoratori frontalieri, siano essi italiani o svizzeri, vengano assoggettati a un regime impositivo che - come illustrano giustamente i principi costituzionali dei nostri rispettivi Paesi - garantisca l’uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi al fisco”. Il presidente del Consiglio di Stato, infine, non ha mancato di sottolineare anche le problematiche legate a Campione d’Italia: con i debiti dell’Enclave verso il Cantone e verso le aziende ticinese che attendono ancora di essere saldati.
Dopo le parole del ministro leghista, Cassis e Di Maio si sono riuniti per il summit bilaterale. Al termine del vertice i due ministri sono intervenuti in conferenza stampa. Sul tema spinoso del nuovo accordo fiscale dei frontalieri, come prevedibile, molti auspici, ma poca concretezza. I due ministri hanno sostanzialmente buttato la palla nel campo dei colleghi di Governo responsabili del dossier, Roberto Gualtieri e Ueli Maurer.
“Sono al corrente - ha detto Di Maio, secondo quanto riporta tio.ch - delle sensibilità svizzere sull'accordo sui frontalieri. Tornerò a discuterne con il ministro delle finanze. Potremo verificare la migliore soluzione per salvaguardare gli interessi dei frontalieri e i rapporti tra Italia e Svizzera. I rapporti sono di amicizia”.
“Speriamo - gli ha fatto eco Cassis - di arrivare in fondo all’accordo bilaterale sui frontalieri che giace nel cassetto. Faremo tutto il possibile per facilitare l’accordo”.
“Noi - ha aggiunto Di Maio, incalzato dai giornalisti - faciliteremo il dialogo tra i due ministeri competenti, quelli dell'economia. Lasciateci lavorare nel prossimo periodo per arrivare a una soluzione che possa soddisfare le parti”.
Nel corso della conferenza stampa, sono stati ovviamente ripercorsi i giorni più bui della pandemia. E se Cassis ha ringraziato Di Maio per aver concesso, nel periodo del lockdown, ai frontalieri del settore sanitario di continuare a varcare il confrine. Il ministro italiano ha ringraziato l’omologo svizzero per il materiale sanitario che la Svizzera ha fornito alla Penisola.
Di Maio, infine, sia in conferenza stampa sia sui social, ha voluto lanciare un invito ai turisti svizzeri affinché si rechino in Italia: “Abbiamo introdotto un sistema di verifica dei contatti. L'app "Immuni" dal 15 giugno è attiva e permette anche a chi visita l'Italia di usarla. L'Italia vi attende, nelle città e nelle strutture balneari”.
Un invito più che comprensibile da parte del ministro degli esteri italiano, ma che fa a pugni con quello del Consiglio Federale che per, sostenere la nostra economia, ha raccomandato per quest'anno0 agli svizzeri di fare le vacanze in patria.